Si sta parlando sempre di più dei vitigni resistenti (PIWI), varietà di vite che manifesta una resistenza particolarmente elevata alle malattie fungine.
Si tratta di incroci sviluppati dal 1880 al 1935 in Francia con l’obiettivo di combinare la resistenza alle crittogame e alla fillossera delle viti americane alle qualità enologiche della varietà europea.
Queste varietà sono note con l’acronimo PIWI (dal tedesco Pilzwiderstandfähig, ossia resistente alle crittogame) e l’obiettivo – non realizzato – era quello di creare delle varietà senza portainnesto; dopo decenni di selezioni, questi incroci sono ormai parte integrante della specie Vitis Vinifera.
Come vengono utilizzati i vitigni resistenti e dove sono più diffusi
Il viticoltore che decide di impiantare varietà di viti PIWI è intenzionato a produrre degli ottimi vini limitando al massimo l’uso di sostanze chimiche e interventi fitosanitari.
Ciò non comporta la totale risoluzione dei problemi della vite perché alcune varietà fungine possono danneggiare anche i vitigni resistenti.
Ad oggi comunque, per una maggiore sostenibilità ambientale e per limitare decisamente l’impatto della viticoltura, utilizzare i vitigni PIWI risulta essere un’ottima soluzione.
I PIWI sono maggiormente adottati in Germania, nelle zone del Reno, Mosella, Baden e della Sassonia, seguita da Austria e Svizzera.
In Francia sono sviluppati nella zona di Bordeaux, Languedoc & Roussillon, inoltre negli ultimi anni sono in tendenza in Polonia e Danimarca.
In Italia si trovano soprattutto in Veneto, Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia e ci sono cinque associazioni PIWI tra Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Piemonte.
Sempre nel Belpaese parecchie di queste varietà, dopo aver superato felicemente i test organolettici e vedersi attribuito il requisito di interesse agro-enologico, sono state iscritte al Registro Nazionale delle Varietà di Vite.
Pertanto possono essere vinificate e commercializzate ma con la limitazione di non essere utilizzabili per vini a Denominazione di Origine (DOP).
I principali vitigni resistenti PIWI
Attualmente risultano iscritte al Registro Nazionale 34 varietà di vitigni resistenti PIWI.
I vitigni a bacca bianca sono Bronner, Cabernet Blanc, Charvir, Fleurtai, Helios, Kersus, Johanniter, Muscaris, Palma, Pinot Iskra, Sauvignon Kretos, Sauvignon Rytos, Sauvignon Nepis, Solaris, Soreli, Souvignier Gris, Valnosia.
Mentre a bacca nera Cabernet Carbon, Cabernet Cortis, Cabernet Eldos, Cabernet Volos, Cabertin, Julius, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Nermantis, Pinotin, Pinot Kors, Pinot Regina, Prior, Regent, Sevar, Termantis, Volturnis.
In Italia è probabilmente più noto il Solaris, un vitigno resistente ottenuto nel 1975 in Germania presso l’Istituto di Enologia di Friburgo.
La sua straordinaria resistenza alle malattie fungine consente di annullare i trattamenti chimici ed è garanzia della salubrità e della qualità del vino.