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Guerra dei dazi tra Cina e Ue: Pechino tassa il brandy europeo

La Cina risponde ai dazi UE sulle auto elettriche imponendo nuove tasse sul brandy europeo. Scopri i dettagli della guerra commerciale

Il Ministero del Commercio della Cina ha annunciato l’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni di brandy proveniente dall’Unione Europea, con effetto a partire da venerdì 11 ottobre. I dazi varieranno tra il 30,6% e il 39% a seconda del marchio e rappresentano una significativa barriera economica per gli importatori cinesi, che si troveranno a pagare un prezzo maggiorato per l’acquisto di brandy europeo. Questo aumento si rifletterà inevitabilmente sul prezzo finale pagato dai consumatori e potrebbe, a lungo termine, danneggiare gravemente le aziende europee che esportano in Cina.

La Cina risponde con dazi sul brandy nella guerra commerciale con l’UE

Questa decisione segna la prima vera ritorsione della Cina in risposta ai dazi che l’Unione Europea ha recentemente imposto sulle auto elettriche cinesi. Venerdì scorso, l’UE ha confermato la decisione di implementare dazi sulle e-car prodotte in Cina, validi per i prossimi cinque anni, con l’intento di limitare la concorrenza dei produttori cinesi nel mercato europeo.

La misura è stata vista come una necessità per proteggere i produttori di auto europei, i quali faticano a competere con le aziende cinesi, spesso beneficiarie di sussidi statali. A seguito dell’annuncio dell’UE, gli analisti avevano previsto una risposta da parte della Cina, che ha scelto di colpire uno dei prodotti di punta dell’export europeo, il brandy, particolarmente popolare in Cina.

Guerra dei dazi tra Cina e Ue: Pechino tassa il brandy europeo – Wikimedia Commons @Didier Descouens – Vinamundi.it

 

Al momento, i dazi sul brandy sono ancora provvisori. Le negoziazioni tra i rappresentanti cinesi ed europei continuano e non è escluso che la misura possa essere ritirata in futuro. Le aziende importatrici devono pagare i dazi sotto forma di deposito, che potrà essere rimborsato qualora la misura venga revocata. Tuttavia, la Commissione Europea ha già annunciato che intende portare la questione davanti all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), l’organo internazionale che si occupa di vigilare sul rispetto delle norme commerciali globali.

I dazi sul brandy colpiranno in modo particolarmente pesante la Francia, il principale produttore di questo liquore e uno dei principali esportatori verso la Cina. Due delle aziende più importanti del settore, Hennessy e Remy Martin, entrambe di proprietà del gruppo di lusso LVMH, sono tra quelle maggiormente colpite, con dazi pari rispettivamente al 39% e al 38,1%. L’impatto sui mercati finanziari non si è fatto attendere: martedì, a seguito dell’annuncio cinese, le azioni di LVMH hanno perso oltre il 4%, riflettendo le preoccupazioni degli investitori per le future vendite in Cina.

La scelta della Cina di colpire in particolare il settore del brandy non è casuale. La Francia è uno dei più accesi sostenitori dei dazi europei sulle auto elettriche cinesi, e Pechino aveva minacciato di imporre dazi sui prodotti francesi già da mesi. Lo scorso maggio, durante una visita del presidente cinese Xi Jinping a Parigi, il presidente francese Emmanuel Macron lo aveva accolto proprio con due bottiglie di pregiato brandy, un gesto che ora assume un significato simbolico alla luce delle recenti tensioni commerciali.

Il settore delle auto elettriche è diventato uno dei principali punti di tensione nei rapporti commerciali tra la Cina e l’Unione Europea. Alcuni paesi europei, come la Francia, accusano la Cina di utilizzare sussidi statali e aiuti governativi per sostenere i propri produttori, una pratica nota come dumping. Grazie a questi sussidi, i produttori cinesi sono in grado di vendere le proprie auto a prezzi molto competitivi, minacciando la sopravvivenza dei produttori europei, che non possono contare sugli stessi aiuti.

Se questa situazione non venisse affrontata, l’industria automobilistica europea potrebbe essere gravemente danneggiata. L’industria automobilistica è infatti uno dei settori più importanti per l’economia del continente: rappresenta circa il 7% del Prodotto Interno Lordo (PIL) europeo e offre 13 milioni di posti di lavoro. Per proteggere il settore, la Commissione Europea ha avviato un’indagine anti-dumping, che ha portato all’imposizione dei dazi sulle auto elettriche cinesi.

Nonostante il sostegno della Francia e di altri paesi, non tutti i membri dell’Unione Europea sono favorevoli all’imposizione dei dazi sulle auto elettriche cinesi. La votazione della scorsa settimana ha messo in evidenza le forti divisioni all’interno dell’UE. Alcuni paesi, come la Germania, hanno espresso preoccupazioni riguardo alla possibilità che un approccio troppo aggressivo possa danneggiare le esportazioni europee verso la Cina e compromettere le relazioni economiche con i partner cinesi. Anche l’Italia ha adottato una posizione simile a quella tedesca, cercando di mantenere un atteggiamento più cauto nelle relazioni commerciali con Pechino.

Le tensioni commerciali tra l’Unione Europea e la Cina non sembrano destinate a risolversi rapidamente. La recente adozione di misure punitive da entrambe le parti ha alimentato una vera e propria guerra dei dazi, con conseguenze per una vasta gamma di settori industriali. Da un lato, l’UE ha colpito l’industria automobilistica cinese; dall’altro, la Cina ha risposto con dazi sul brandy europeo, un prodotto di grande valore per l’economia francese.

La Commissione Europea ha già manifestato l’intenzione di portare la questione davanti all’OMC, chiedendo che vengano valutate le pratiche commerciali cinesi e la legittimità dei dazi imposti. Tuttavia, le divisioni interne all’Unione Europea sulla gestione delle relazioni con la Cina complicano la situazione. Cinque paesi dell’UE si sono espressi contro i dazi sulle auto elettriche cinesi, mentre dodici si sono astenuti. Nonostante questo, la proposta della Commissione è passata, ma la mancanza di una maggioranza qualificata ha reso evidente la fragilità dell’unità europea su questo tema.

La decisione finale sull’imposizione dei dazi sulle auto elettriche cinesi è attesa per il prossimo 30 ottobre, con la possibilità di cercare una soluzione diplomatica qualora la Cina si dimostri disposta a negoziare in modo costruttivo. Tuttavia, l’imposizione dei dazi sul brandy europeo potrebbe essere un tentativo da parte di Pechino di controbilanciare la situazione e di presentarsi al tavolo delle trattative in una posizione di forza.

In conclusione, la guerra commerciale tra l’Unione Europea e la Cina è ancora in pieno svolgimento, e i recenti sviluppi lasciano intravedere che le tensioni tra le due potenze economiche non si risolveranno facilmente. Le negoziazioni nei prossimi mesi saranno cruciali per determinare il futuro dei rapporti commerciali tra l’UE e la Cina e per evitare un’escalation di misure protezionistiche che potrebbero danneggiare entrambe le economie.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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