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Il vino

Grecia: la storia della sua viticoltura e i suoi migliori vini

La Grecia è un paese estremamente vario dal punto di vista del territorio, con vigneti sparsi in zone con caratteristiche orografiche molto diverse tra loro, dalle zone collinari e pedemontane della parte continentale del paese a quelle costiere – la Grecia è il paese in Europa con il più alto rapporto tra linea costiera e superficie -, per finire con le isole del versante Adriatico e dell’Egeo.

La superficie vitata si estende per circa 100.000 ettari, con una produzione attorno ai 2,6 milioni di ettolitri, di cui solo una piccola parte a denominazione di origine.

Il 70% della produzione è costituito da vini bianchi secchi, seguiti dal 15% di rossi e dai bianchi dolci. Retsina, vini bianchi leggermente aromatizzati con resine di pino e miele, rappresentano una curiosità storica e turistica, sebbene siano il 30% della produzione dedicata quasi esclusivamente al mercato interno.

La storia della viticoltura in Grecia ad oggi

Il legame profondo dei Greci con il vino risale all’antichità e non è un caso se la più antica testimonianza archeologica di uva schiacciata nel mondo sia stata trovata proprio nell’Ellade.

Foto | Cantina Tetramythos http://tetramythoswines.com/

Se le origini della vinificazione greca si perdono nella storia, è vero anche che le antiche varietà stanno oggi tornando a una nuova vita, soprattutto nelle isole come Creta, Santorini e Karpathos.

Nella patria di Dionisio, dio protettore del nettare degli dei, si possono visitare cantine ovunque, da Florina e le montagne Zagori in Epiro alle colline a sud di HeraklionCreta e Limnos nel nord-est dell’Egeo.

La prima regione greca che ha dimostrato di promuovere ed esportare il suo vino nel Mediterrano fu Creta intorno al 2700 a.C., mentre il più antico vino a denominazione di origine controllata era della zona di Messinia e si chiamava Denthys.

Oggi in Grecia si coltivano 75 vitigni locali, che danno frutto a vini di alta qualità per una produzione totale ddi circa 5 milioni di litri all’anno.

A partire dagli anni Settanta inoltre, lo sviluppo della viticoltura ha conosciuto una rapida crescita e si è cominciato a produrre anche una vasta gamma di bottiglie biologiche.

Si vendemmia a settembre – Trygos in greco – tra feste che animano tutto il Paese per l’occasione, ma i motivi per festeggiare sono tanti, dato che ogni anno le etichette di piccole e medie imprese si aggiudicano numerosi riconoscimenti internazionali per qualità e innovazione.

Molti sono i vitigni che hanno ottenuto la pregiata classificazione DOP, a cominciare da Zitsa, Mantineia, Mavrodafne di CefaloniaPatrassoSantoriniMonemvasia-MalvasiaMoschatos di Limnos, NoussaNemeaParosRapsani Robola.

E se a Santorini si beve un ottimo vino ricavato dalle uve che crescono in terreni vulcanici, nel nord dell’Ellade conquistano il rosso corposo e l’aromatico bianco delle zone di DramaImathiaKilkisFlorinaRhodopi.

Le isole di Samos, Limnos, Santorini e la città di Patrasso producono ottimi vini moscatello, tutti diversi tra loro per colore e profumo.

Nel Peloponneso spiccano i rossi fruttati di Nemea e i bianchi frizaznti di Mantineia, in Epiro gli effervescenti Zitsa, a Santorini il siliceo Assyrtiko, mentre per il vino dolce venna segnalati i Moschatos di LimnosSamos.

Il vino greco tradizionale per eccellenza è però la Retsina della zona della Mesogeia dell’Attica, della Beozia e dell’Evia, perfetto in abbinamento con i piatti tipici. Vediamo insieme le produzioni enologiche delle diverse zone della Grecia.

La viticoltura a Creta, Santorini e Rodi

I freschi venti dell’Egeo soffiano sul mare di Creta e sulle coste settentrionali dell’isola, creando le condizioni meteorologiche ideali per la produzione di vini di alta qualità.

Foto | Wikimedia Commons @Lapplaender – Vinamundi.it

Creta si trova la più antica zona vinicola del Vecchio Continente, una tradizione che vanta ben 4000 anni, attetata dai reperti archeologici del vigneto più antico d’Europa, rinvenuti nella zona di Kato Zakro.

Le cantine sono concentrate a ChaniaHeraklion, dove si viene letteralmente conquistati dall’ospitalità isolana: sono le peculiarità del suolo e le buone condizioni climatiche a favorire la coltivazione di vitigni eccezionali da cui si producono ottime bottiglie.

Le varietà bianche locali includono Vilana, una delle migliori uve da vino bianco dell’isola, Vidiano, Dafni, Thrapsathiri, Malvazia di Candia (Malvazia di Chandakas), Moscato di Spina e Plyto. Le varietà rosse includono Kotsifali, Mantilari, Liatiko, Tsardana e il leggendario Romeiko.

Per quanto riguarda Santorini, è soprannominata l’Isola del vino: attiva già secoli fa, nei secoli le eruzioni del vulcano hanno accumulato strati di materia vulcanica tra cenere, lava e pomice, che hanno formato ciò che i locali chiamano aspa, ovvero un terreno duro e solido dove crescono viti molto sane.

Il sole caldo e i forti venti asciugano l’umidità sui frutti e prevengono malattie, creando le condizioni per una coltivazione biologica naturale con viti a forma di cesti, all’interno dei quali l’uva viene protetta dalla sabbia portata dal vento.

Sull’isola ci sono 40 varietà che producono una resa media di 350 kg per 1000 mq su 3706 acri di vigneto dell’isola.

La produzione è bassa, ma la qualità è altissima: per l’80% è Assyrtiko, fresco e acido, ampiamente coltivato in tutta la Grecia grazie alla sua elevata adattabilità alle diverse condizioni bioclimatiche.

Altre varietà ricordiamo la bianca di Athiri che produce vino ad alta gradazione alcolica, mentre l’Aidani, con l’amora deciso, viene utilizzato insieme all’Assyrtiko per dare aroma al Vinsanto.

Molte cantine dell’isola di Santorini, una delle zone vinicole più antiche del mondo, sono state ora aperte ai visitatori o trasformate in musei.

Infine le cantine di Rodi producono ottimo vino, premiato a livello internazionale e i vigneti beneficiano del sole e delle frequenti piogge, nonché della fresca brezza marina che soffia da maggio a settembre.

I viticoltori hanno migliorato le varietà locali e implementato con alcune varietà straniere. È rinomato fin dall’antichità il Moschato bianco, poi ci sono l’Athiri e Mandilaria, il Moschato Trani e l’Asyrtiko.

I vini dolci greci

Notoriamente i vini da dessert greci conquistano anche l’appassionato più esigente, perché combinano alta qualità, tradizione secolare personalità del terroir grazie al calore del sole che regala intensità e aroma.

Foto | Wikimedia Commons Public domain – Vinamundi.it

Sono tra i vini dolci più sorprendenti al mondo, in colori che vanno dall’oro pallido al viola intenso; tra gli altri il Vinsanto è prodotto esclusivamente sull’isola di Santorini dalle varietà autoctone Assyrtiko, Aidani e Athiri.

Il re del vino dolce è il Moscato, dall’aroma ricco e fruttato, coltivato in sei zone a denominazione di origine controllata (tre nel Mar Egeo, ossia Samos, Lemnos e Rodi; le altre sono Patrasso, Rio di Patrasso e l’isola di Cefalonia nel Mar Ionio).

Il clima secco e il suolo vulcanico dell’isola di Lemno aiutano a maturare alla perfezione i grandi acini del vitigno Moscato di Alessandria che viene coltivato in oltre il 95% dei vigneti dell’isola. Dal  carattere leggermente aromatico e saporito, il Moscato di Lemno emana sentori di albicocca, menta e menta verde.

E poi ci sono il Moscato di Samos, dall’aroma profondi e intensi, note fruttate e floreali, che ricordano l’uva fresca, i fiori d’arancio e i petali di rosa; il Moscato di Rio Patrasso, più leggero, con aromi di fiori e frutti, come pesca, melone e arancia; e il Mavrodaphne, uno dei vini greci più conosciuti, dal colore profondo, naso intenso pieno di frutta scura, spezie dolci ed erbe complesse.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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