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Giulio Gambelli: la leggenda dell’enologo che ha trasformato il Sangiovese in poesia

Nel panorama enologico italiano, Giulio Gambelli si distingue come una figura emblematica, conosciuto come il “maestro del Sangiovese”. La sua vita e carriera non solo raccontano una biografia affascinante, ma si intrecciano anche con la storia del vino toscano, dai tumultuosi anni del dopoguerra fino agli albori del XXI secolo. Con l’uscita del libro “Giulio Gambelli. L’ultima farfalla del Sangiovese”, scritto dal direttore di Winesurf.it Carlo Macchi e con la prefazione dello scrittore americano Burton Anderson, i lettori hanno l’opportunità di esplorare non solo la figura di Gambelli, ma anche l’evoluzione del vino in Toscana, in particolare nelle celebri denominazioni di Chianti Classico e Brunello di Montalcino.

La vita e la passione per il vino

Nato a Poggibonsi nel 1929, in un periodo di ricostruzione post-bellica, Gambelli sviluppa una profonda passione per la terra e il vino. Nonostante la mancanza di una formazione accademica formale in enologia, la sua abilità nel riconoscere e valorizzare le caratteristiche dei vini lo ha reso un punto di riferimento nel settore. Il suo approccio “d’anima” al vino, unito a un palato e a un olfatto straordinari, gli permetteva di apprezzare i vini in modo che andava oltre la mera analisi chimica.

Un enologo di riferimento

La carriera di Gambelli è costellata di collaborazioni con numerose cantine, dalle storiche alle emergenti. La sua presenza è stata fondamentale per la crescita e la modernizzazione del vino toscano. I suoi insegnamenti, sempre semplici e diretti, hanno guidato molti produttori verso l’eccellenza. Tra i suoi contributi più significativi, si possono elencare:

  1. Innovazione: Ha introdotto tecniche moderne nella vinificazione.
  2. Formazione: Ha condiviso le sue conoscenze con i giovani enologi.
  3. Rispetto per la tradizione: Ha mantenuto viva la cultura vinicola toscana.

Nonostante il suo enorme impatto, Gambelli ha scelto di rimanere in secondo piano, lontano dai riflettori. Preferiva il lavoro di vigneto e cantina, e i suoi discorsi pubblici erano sempre brevi e orientati al ringraziamento.

L’eredità di Giulio Gambelli

Il libro di Macchi non è solo una celebrazione della figura di Gambelli, ma anche un’analisi di come il suo approccio innovativo abbia influenzato il panorama vinicolo italiano. Dopo la sua morte nel 2018, è stato creato un premio dedicato ai giovani enologi, un riconoscimento che rappresenta l’eredità di Gambelli e il suo spirito innovativo. Questo premio è diventato uno dei più prestigiosi in Italia, simboleggiando la sua continua influenza sulle nuove generazioni di produttori.

Le testimonianze nel libro arricchiscono il racconto, offrendo uno spaccato autentico della personalità e del lavoro di Gambelli. Alcuni episodi significativi, come la sua straordinaria capacità analitica, evidenziano il suo approccio pratico alla vinificazione.

L’importanza di Gambelli va oltre il singolo individuo; rappresenta un’intera epoca di cambiamenti e innovazioni nel mondo del vino. Gli anni ’70 e ’80 hanno visto una transizione significativa nel settore, e Gambelli è stato un pioniere, contribuendo a definire il Sangiovese come uno dei vitigni più pregiati al mondo.

In conclusione, il viaggio attraverso la vita di Giulio Gambelli non solo racconta la storia di un grande enologo, ma trasmette anche un messaggio di passione, dedizione e rispetto per il territorio. La sua eredità continua a ispirare generazioni di enologi e appassionati di vino, dimostrando che l’arte del vino è un viaggio senza confini, un’avventura che coinvolge chiunque sia disposto a lasciarsi trasportare dal profumo e dal sapore della terra toscana.

Redazione Vinamundi

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