Approfondimento

Flavescenza dorata, cos’è e che impatto può avere sul vino

La flavescenza dorata (FD) è una malattia che colpisce le viti, determinando danni significativi sia in termini di produzione che di salute delle piante. Il suo agente patogeno è un fitoplasma appartenente al gruppo dei giallumi della vite, il quale si insedia nei tessuti floematici dell’ospite, causando un blocco nella circolazione della linfa e generando un disequilibrio nelle normali attività fisiologiche della pianta. Tale compromissione si manifesta attraverso una serie di sintomi caratteristici, tra cui un evidente ingiallimento delle foglie con riflessi dorati o rossastri, un portamento piangente delle piante a causa dei tralci non lignificati e una notevole riduzione della vegetazione.

Uva, vigneto – vinamundi.it

Gli effetti dannosi della malattia si traducono direttamente sulla produzione, con l’aborto dei fiori e il disseccamento delle infiorescenze, e sulla qualità dei grappoli, che possono presentare acini deformi o disidratati. I sintomi diventano visibili durante l’estate ma la malattia è identificabile già dalla primavera per via della ridotta crescita delle viti e, qualche volta, dell’assenza di germogli.

Dove  nasce e come si propaga

La comparsa della flavescenza dorata risale alla metà degli anni ’50 nella Francia sud-occidentale, precisamente in Guascogna. Inizialmente, ha colpito principalmente le viti dell’ibrido “Baco 22”, causando danni alla produzione, deperimento vegetativo e notevoli ingiallimenti fogliari con riflessi metallici. È da questo caratteristico sintomo che la malattia ha preso il nome di “Flavescence dorée”, coniato dai ricercatori francesi.
In Italia, la malattia è stata segnalata per la prima volta nell’Oltrepò pavese all’inizio degli anni ’70. Successivamente, negli anni ’90, si è rapidamente diffusa nel Nord Italia, causando epidemie di estrema gravità in diverse aree viticole del Veneto, del Piemonte e della Lombardia, a causa della diffusione del suo insetto vettore.

La propagazione della FD avviene principalmente attraverso due vie principali: la diffusione di materiale vegetale infetto, come marze e portainnesti, e la trasmissione tramite un insetto vettore, lo Scaphoideus titanus Ball. Questo insetto diventa infettivo dopo un periodo di latenza e trasmette il fitoplasma durante il pasto floematico, contribuendo alla rapida diffusione della malattia.

Cosa fare per contenere il fenomeno

Per contenere efficacemente la diffusione della FD, sono necessarie misure fitosanitarie mirate ed efficaci. È essenziale mantenere il vigneto libero da piante infestanti, fornire concimazioni ed irrigazioni bilanciate per evitare lo stress delle piante e utilizzare esclusivamente materiale propagativo certificato da vivai controllati. È altresì importante rimuovere i residui di potatura prima di maggio e condurre monitoraggi regolari per individuare precocemente la presenza del vettore, adottando al contempo misure di controllo adeguate.

Nei vigneti in cui la FD è già presente, è fondamentale agire con tempestività ed energia. Le piante infette devono essere estirpate e distrutte per impedire ulteriori propagazioni della malattia. È altresì cruciale effettuare trattamenti chimici mirati contro lo Scaphoideus titanus utilizzando insetticidi specifici. È consigliabile alternare i principi attivi degli insetticidi per prevenire lo sviluppo di resistenze.

Anche nell’agricoltura biologica, esistono opzioni per il controllo della FD. Prodotti come Azadiractina A, Estratto di Piretro e Sali di potassio degli acidi grassi possono essere utilizzati, eventualmente in combinazione, per contrastare l’insetto vettore e limitare la diffusione della malattia, senza l’utilizzo di sostanze chimiche sintetiche nocive per l’ambiente. Una gestione efficace della flavescenza dorata richiede un approccio integrato e multidisciplinare, che comprenda pratiche culturali, monitoraggio costante e interventi tempestivi. Solo attraverso un impegno costante e coordinato sarà possibile proteggere le viti dall’impatto devastante di questa malattia e garantire la sostenibilità a lungo termine delle coltivazioni vitivinicole.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese

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