L’allerta è scattata: Federvini, l’associazione italiana che rappresenta i produttori di vino e spirits, insieme a Discus (Distilled Spirits Council of the United States), ha lanciato un appello urgente riguardo alla possibilità di un ritorno dei dazi sul commercio transatlantico di vino e liquori. Questa manovra, che il presidente statunitense Donald Trump sembra intenzionato a implementare, potrebbe avere ripercussioni devastanti su un settore che, tra Unione Europea e Stati Uniti, vale ben 200 miliardi di dollari e sostiene circa 2 milioni di posti di lavoro.
Dal 1997 al 2018, il commercio di spirits tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea ha registrato una crescita straordinaria, aumentando di quasi il 450% grazie all’assenza di dazi. Tuttavia, l’introduzione di dazi dal 2018 al 2021 ha avuto un impatto negativo significativo:
Questi dati mettono in evidenza l’importanza di un commercio libero e privo di ostacoli per il benessere economico di entrambi i continenti.
Chris Swonger, presidente e CEO di Discus, ha dichiarato: “Le industrie degli spirits statunitense e italiana sono profondamente interconnesse. Mantenere un commercio equo e reciproco senza dazi è fondamentale per garantire che i nostri settori, che stanno affrontando mercati incerti e impegnativi, non subiscano ulteriori pressioni economiche.” Ha inoltre sottolineato l’importanza della collaborazione tra il presidente Trump e la premier italiana Giorgia Meloni, esortandoli a trovare un terreno comune per prevenire l’imposizione di nuovi dazi.
Micaela Pallini, presidente di Federvini, ha aggiunto: “La nostra industria ha già sofferto pesantemente a causa di dazi che hanno colpito ingiustamente il comparto. È essenziale che produttori e istituzioni collaborino a livello internazionale per proteggere una filiera che rappresenta un importante patrimonio economico e culturale.” Ha evidenziato che ogni barriera commerciale potrebbe avere effetti deleteri non solo sul sistema produttivo e sui lavoratori, ma anche sui consumatori, a causa dell’inevitabile effetto inflattivo.
Le associazioni hanno espresso preoccupazione per la scadenza della sospensione dei dazi di riequilibrio nel contenzioso riguardante l’acciaio e l’alluminio. Se non verrà prolungata, a partire dal 1 aprile 2025, le importazioni di whisky statunitense nell’Unione Europea saranno nuovamente soggette a dazi del 50%. Questo scenario vanificherebbe la ripresa registrata tra il 2021 e il 2023, quando le esportazioni erano aumentate del 60% grazie alla sospensione dei dazi.
Secondo i dati recenti, gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato intercontinentale per gli spirits italiani, con una quota del 13% del totale export. Nel periodo tra gennaio e ottobre 2023, il valore delle esportazioni di spirits italiani verso gli USA ha raggiunto quasi 190 milioni di euro, segnando un incremento del 7,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questa crescita testimonia l’importanza strategica del mercato americano per l’industria degli spirits italiani.
In un contesto globale caratterizzato da sfide economiche e incertezze politiche, la cooperazione tra i produttori di entrambi i lati dell’Atlantico diventa cruciale. Le aziende del settore affrontano non solo l’impatto diretto dei dazi, ma anche la crescente competitività di mercati emergenti e il cambiamento delle preferenze dei consumatori, che richiedono una costante innovazione e adattamento.
In conclusione, le dichiarazioni di Federvini e Discus evidenziano l’urgenza di affrontare la questione dei dazi e di promuovere un dialogo costruttivo tra le nazioni. La cooperazione internazionale è essenziale per garantire un futuro prospero e sostenibile per un settore che rappresenta l’eccellenza e il talento di entrambi i continenti.
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