Fascette tricolori per i vini Docg e Doc: un passo verso la sicurezza e la qualità

Dal 15 aprile, il tricolore italiano inizia a sventolare sulle fascette dei vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e di origine controllata (Doc). Questo annuncio, fatto in concomitanza con la Giornata Nazionale del Made in Italy, segna un significativo passo avanti nella lotta contro la contraffazione e il fenomeno dell’Italian Sounding. Secondo le stime di Coldiretti, la contraffazione sottrae annualmente oltre un miliardo di euro al settore vitivinicolo italiano, evidenziando l’importanza di proteggere l’identità e la qualità dei vini italiani.

La lotta contro l’italian sounding

L’Italian Sounding si riferisce a prodotti alimentari e bevande che, pur non essendo autenticamente italiani, tentano di ingannare i consumatori attraverso nomi, etichette e packaging che richiamano l’Italia. Questo fenomeno danneggia le aziende locali e mette in discussione l’immagine del Made in Italy nel mondo. Con l’introduzione delle nuove fascette contrassegnate dal tricolore, il governo italiano intende fornire uno strumento di protezione per i produttori di vino, garantendo al contempo ai consumatori maggiore trasparenza e sicurezza.

Tracciabilità e sicurezza avanzata

Il nuovo contrassegno di Stato, realizzato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, include sistemi di sicurezza all’avanguardia, simili a quelli impiegati nelle banconote. Tra le innovazioni spicca l’inserimento di un codice QR, che consente ai consumatori di accedere a informazioni in tempo reale riguardanti la tracciabilità e l’autenticità del prodotto. Questa piattaforma digitale è disponibile senza costi aggiuntivi per le aziende, rendendo la misura accessibile anche per i produttori più piccoli.

Ogni fascetta conterrà dati forniti da organismi di certificazione, consorzi di tutela e aziende vitivinicole, creando un flusso di informazioni trasparente e facilmente verificabile. Questo approccio non solo rafforza la fiducia dei consumatori, ma contribuisce anche a valorizzare l’intera filiera del vino italiano.

Dichiarazioni istituzionali

Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha sottolineato l’importanza di queste nuove fascette, affermando che “il tricolore rappresenta una garanzia di qualità italiana”. Grazie a questo segno distintivo, i consumatori stranieri possono riconoscere immediatamente l’autenticità dei prodotti che acquistano. Lollobrigida ha rimarcato come questa iniziativa rappresenti un passo fondamentale per tutelare e valorizzare il Made in Italy nel contesto internazionale.

Anche Francesco Soro, amministratore delegato dell’Istituto Poligrafico, ha evidenziato come il nuovo sistema di contrassegno renda più facile l’identificazione dei vini a denominazione, proteggendo così il patrimonio vitivinicolo italiano. Nel 2024, l’Istituto ha già prodotto oltre 2,1 miliardi di contrassegni, evidenziando un impegno crescente nella lotta contro la contraffazione.

Mercati vulnerabili alla contraffazione

I nuovi sistemi di protezione sono stati sviluppati tenendo in considerazione i mercati più a rischio, come Cina, Russia, Stati Uniti, Vietnam e Thailandia. Questi paesi sono noti per registrare frequenti casi di imitazione dei vini italiani, un fenomeno che danneggia l’economia delle cantine italiane e compromette la reputazione del vino di alta qualità italiano nel panorama globale. La lotta alla contraffazione richiede un approccio globale e coordinato, e le nuove fascette rappresentano un passo importante in questa direzione.

In conclusione, le nuove fascette contrassegnate dal tricolore non rappresentano solo un simbolo di autenticità, ma anche un modo per garantire che il vino acquistato provenga realmente da vigneti italiani e sia prodotto seguendo gli standard di qualità richiesti. La sicurezza alimentare e la trasparenza sono diventate priorità per i consumatori moderni, e l’introduzione di sistemi di tracciabilità risponde a queste esigenze, contribuendo a mantenere alta la bandiera del Made in Italy nel mondo.

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