Nel 2024, le esportazioni di vino europeo verso i mercati asiatici hanno subito un significativo rallentamento, suscitando preoccupazioni tra i principali produttori del settore, come Italia, Francia e Spagna. Dopo anni di crescita e ottimismo, il panorama attuale si presenta più complesso e sfidante. Tra i paesi che hanno registrato i cali più evidenti ci sono Cina, Giappone, Corea del Sud, Hong Kong e Taiwan, tutti mercati che, fino a poco tempo fa, rappresentavano opportunità promettenti per il vino europeo.
Secondo i dati di Eurostat, da gennaio a ottobre 2024, l’export di vino dell’Unione Europea verso la Cina ha visto una contrazione del 12,48%, arrivando a un valore di 456 milioni di euro. Questo dato è lontano dai 705 milioni di euro registrati nel 2019, prima dell’impatto devastante della pandemia. Anche i mercati consolidati mostrano segni di sofferenza:
Tra i produttori europei, la Francia resta il leader nel mercato asiatico con un export verso la Cina che ammonta a 300 milioni di euro, sebbene abbia visto un calo del 13,57%. L’Italia e la Spagna seguono a ruota, con esportazioni verso la Cina di 72,91 milioni di euro (-8,53%) e 43,96 milioni di euro (-15,7%) rispettivamente. Una nota positiva arriva dalla Germania, che ha registrato una crescita del 15,94% nell’export verso la Cina, grazie all’aumento dell’interesse per i vini bianchi, come il Riesling, tra i consumatori cinesi.
Il calo delle esportazioni di vino europeo in Asia è il risultato di una serie di fattori interconnessi. Uno dei più significativi è l’impatto post-pandemia. Nonostante la Cina abbia revocato le restrizioni legate al Covid-19 nel 2022, i comportamenti dei consumatori sono cambiati, con una tendenza verso la riduzione della spesa per beni considerati di lusso, come il vino. Inoltre, le preferenze culturali giocano un ruolo cruciale: il vino non è ancora completamente integrato nelle abitudini di consumo asiatiche, dove alcolici come la birra, il sakè e liquori locali continuano a dominare il mercato.
Le pressioni economiche, come l’inflazione e le incertezze globali, influenzano ulteriormente le scelte di consumo in Asia. Le elevate tasse di importazione in paesi come Cina e Giappone costituiscono una barriera significativa per i produttori europei, rendendo i vini europei meno competitivi rispetto ai prodotti locali.
In controtendenza rispetto agli altri mercati asiatici, la Thailandia ha mostrato una leggera crescita nelle importazioni di vino europeo, con un incremento del 2,38% per un valore di 67,71 milioni di euro. Questo risultato è stato favorito da recenti riforme fiscali che hanno eliminato una tassa di importazione del 54% sul vino e unificato il sistema di imposta sui consumi, incentivando gli importatori ad aumentare gli acquisti. La Thailandia, quindi, si presenta come un mercato interessante da monitorare, con condizioni favorevoli per l’importazione di vino.
Per affrontare il calo nei mercati asiatici, i produttori europei dovranno rivedere le loro strategie di mercato. Una delle chiavi sarà la promozione mirata, con l’obiettivo di educare i consumatori asiatici sui benefici e sulle caratteristiche distintive del vino europeo. Sarà fondamentale anche:
Nonostante le attuali difficoltà, l’Asia rimane un mercato con un potenziale significativo per il vino europeo. La chiave per il rilancio risiederà nella comprensione delle dinamiche locali e nella capacità di rispondere alle esigenze dei consumatori. L’adattamento alle nuove sfide sarà cruciale per garantire un futuro prospero all’export del vino europeo, che, sebbene affronti ostacoli, continua a rappresentare una parte vitale dell’identità e della cultura enologica dell’Europa.
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