Il caso della produzione vinicola in Norvegia rappresenta un esempio tangibile dei cambiamenti che il riscaldamento globale può apportare a settori apparentemente distanti come l’agricoltura e l’enologia. Il climatologo Gregory Jones è una delle voci autorevoli che evidenzia come il cambiamento climatico stia ridefinendo le possibilità della produzione vinicola in luoghi tradizionalmente inaccessibili o sfavoriti dal clima.
La trasformazione di un paesaggio
Il cambiamento climatico favorisce la coltivazione di vitigni in regioni più settentrionali, come la Norvegia, aprendo nuove prospettive per la produzione di vino. La produzione vinicola in Norvegia è una forma di viticoltura eroica, caratterizzata da condizioni difficili e dalla necessità di adattare le pratiche agricole alle peculiarità del territorio. Molto spesso è necessario sperimentare con diverse varietà di uva per trovare quelle che meglio si adattano al clima e al terreno norvegese, dimostrando la flessibilità e l’ingegno richiesti nella produzione di vini in ambienti sfidanti.
Implicazioni positive e negative
Mentre il cambiamento climatico ha aperto nuove opportunità per la produzione vinicola in Norvegia, è importante considerare sia gli aspetti positivi che quelli negativi. Da un lato, ci sono i benefici economici derivanti dalla produzione locale di vino e la possibilità di esplorare nuovi mercati internazionali. Dall’altro, è fondamentale affrontare le sfide associate al cambiamento climatico, come l’aumento della frequenza di eventi climatici estremi, le malattie delle piante e l’instabilità delle condizioni meteorologiche.
Sfide e responsabilità
L’esempio norvegese sottolinea la necessità di una gestione oculata e sostenibile delle risorse naturali e dell’ambiente. Anche se alcuni settori potrebbero beneficiare delle trasformazioni climatiche, è cruciale adottare approcci che minimizzino gli impatti negativi su altri aspetti dell’ecosistema e sulla società nel suo complesso.
Lo scenario
L’espansione della viticoltura nei paesi nordici offre diverse sfide e opportunità:
- Clima e temperatura: le temperature più fredde e gli inverni lunghi possono essere problematici per le viti tradizionali. Tuttavia, l’introduzione di vitigni resistenti al freddo e tecniche agricole innovative ha reso possibile la coltivazione di uve in queste regioni.
- Variazioni climatiche: i cambiamenti meteorologici possono essere imprevedibili e portare a eventi climatici estremi, come gelate tardive o estati più fresche. Questi eventi possono influenzare la produzione e la qualità delle uve.
- Adattamento: i viticoltori devono adattare le loro pratiche colturali e di vinificazione per adattarsi alle condizioni locali. Ciò richiede un’approccio creativo e un’applicazione di conoscenze tecniche specifiche per affrontare le sfide climatiche uniche.
- Innovazione: l’espansione della viticoltura in nuove regioni spinge all’innovazione nel settore. Ciò include la ricerca di nuovi vitigni adatti, sviluppo di metodi di protezione dalle intemperie e adozione di tecniche di vinificazione adatte al clima.
- Identità del vino: i vini prodotti in queste nuove regioni avranno caratteristiche distintive dovute alle condizioni climatiche uniche. Questa diversità può essere considerata un’opportunità per creare vini con profili aromatici e gustativi unici.
- Mercato e apprezzamento: mentre la produzione è ancora limitata, l’interesse dei consumatori per i vini provenienti da regioni insolite può contribuire a creare una domanda di prodotti nordici. Tuttavia, la sfida sarà quella di dimostrare la qualità e l’autenticità di questi vini.
Risultati e futuri sviluppi
La produzione attuale di vino in Norvegia è ancora relativamente modesta in confronto alle tradizionali regioni vinicole europee. Tuttavia, la creazione di Norsk Vin/ Norwegian Wines come cooperativa tra diversi progetti e vigneti dimostra l’impegno nel crescere e affrontare le sfide collettivamente.
Le caratteristiche dei vini prodotti, come l’acidità spiccata e la mineralità, offrono profili unici che possono attirare gli appassionati di vino alla ricerca di esperienze nuove e diverse. L’aggiunta di vini spumanti realizzati con metodo classico da uve Solaris indica un approccio innovativo alla produzione.
La storia di Danilo Costamagna
La storia di Danilo Costamagna, un piemontese che ha scelto di fondare un’azienda vinicola in Norvegia, è un esempio affascinante di come la passione, l’opportunità e l’adattamento si intreccino nella creazione di un’attività unica nel suo genere. La decisione di lasciare l’ambiente vinicolo rinomato dell’Italia e abbracciare un territorio meno tradizionale come la Norvegia rivela una profonda curiosità e audacia.
L’inizio del suo percorso in Norvegia risale agli anni dell’università, quando è arrivato come studente Erasmus in Ingegneria delle telecomunicazioni. Tornando nel 2009, ha iniziato a esplorare la sua passione per il vino, riconoscendo la potenzialità di coltivare vitigni ibridi resistenti al freddo, come il Solaris, in questa regione.
L’idea di fondare un’azienda vinicola in Norvegia è stata stimolata ulteriormente dai risultati positivi ottenuti in una competizione per il miglior vino norvegese nel 2017. Questi successi hanno alimentato la sua convinzione che fosse possibile creare vini di qualità anche in queste condizioni climatiche insolite.
Costamagna ha scelto con attenzione il contesto geografico per piantare i suoi vigneti. La vicinanza al fiordo di Oslo, con la sua capacità di moderare le temperature invernali e primaverili, si è rivelata fondamentale. Questo elemento di mitigazione ha un impatto significativo sulla vitalità delle viti durante le stagioni critiche. Inoltre, la temperatura media più elevata durante l’estate e l’autunno è un fattore positivo per la maturazione delle uve.
Affrontare le sfide climatiche è diventato un aspetto cruciale del suo lavoro. L’utilizzo di coperture del terreno con teli di polipropilene per mantenere l’umidità e fornire un calore supplementare intorno alle radici delle viti dimostra una mente aperta all’innovazione. La scelta di sistemi di potatura come il guyot semplice e doppio, posizionati bassi per aumentare la temperatura e il microclima vicino ai grappoli di uva, è un esempio di come l’esperienza vinicola tradizionale si mescoli con nuove tecniche per affrontare le condizioni climatiche uniche.
La sfida di Andrea Guerra in Svezia
L’enologo italiano Andrea Guerra, inizialmente scettico quando la sua compagna Emma Serner gli propose di produrre vino in Svezia, ha successivamente abbracciato l’idea. Dopo approfonditi studi, hanno scelto di coltivare viti sull’isola di Gotland. L’azienda vinicola Långmyre Vineri è cresciuta rapidamente e riceve ordini da tutta la Svezia. Questo riflette un fenomeno più ampio di produzione vinicola in Scandinavia, sostenuto dai cambiamenti climatici e dalle varietà di vite resistenti.
In passato, le condizioni climatiche sfavorevoli rendevano la produzione vinicola impensabile in Scandinavia. Tuttavia, i cambiamenti climatici e le varietà resistenti Piwi hanno cambiato questa prospettiva. Ora, centinaia di produttori in Svezia, Norvegia e Danimarca stanno sfidando lo status quo. Le temperature medie sono aumentate, trasformando il clima e favorendo la coltivazione delle viti. Questa tendenza dovrebbe continuare, portando un clima simile al nord della Francia.