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Dry January: gli analcolici da bere

Scopri il Dry January, la sfida alcol-free di gennaio, e l’evoluzione dei nuovi drink analcolici: dai fermentati ai distillati senza alcol

Finite le festività e, dopo qualche eccesso a tavola e un brindisi di troppo, è il momento di riprendere uno stile di vita più salutare. Negli ultimi anni, sempre più persone hanno deciso di aderire al Dry January, un mese intero dedicato all’astinenza dall’alcol. Questa iniziativa, che si svolge durante tutto il mese di gennaio, sta guadagnando popolarità in molti Paesi.

Secondo i dati della piattaforma di analisi CivicScience, nel 2024 circa un quarto degli americani ha completato con successo il mese senza alcol, mentre tra i giovani di età compresa tra 21 e 24 anni la percentuale sale al 35%. Il successo di questa sfida è stato favorito anche dall’introduzione di nuovi drink analcolici, che offrono un’alternativa gustosa e simile alle bevande alcoliche tradizionali.

Dry January: cosa significa e che cosa bere durante questa iniziativa

Il Dry January è nato nel 2013 nel Regno Unito, grazie all’iniziativa di Emily Robinson e dell’associazione Alcohol Change UK, un ente che si occupa di sensibilizzare la popolazione sui rischi legati al consumo di alcol. L’obiettivo è promuovere un consumo consapevole di bevande alcoliche e invitare anche chi beve moderatamente a sperimentare un periodo di astinenza, offrendo così al proprio organismo una pausa benefica. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che anche una breve interruzione del consumo di alcol può portare numerosi benefici, sia a livello fisico che mentale. Tra i vantaggi riscontrati figurano una migliore qualità del sonno, un aumento dell’energia, una pelle più luminosa e una riduzione del peso corporeo.

Dry January: cosa bere, dalla birra al gin analcolico Vinamundi.it

 

La parola d’ordine del momento è: alleggerire. Questo concetto, che da anni è un mantra per chi cerca di condurre uno stile di vita sano, si sta diffondendo anche nel mondo della mixology. Oggi è difficile trovare un cocktail bar che non proponga nel proprio menù drink low-alcol o mocktail (un termine nato dalla fusione delle parole inglesi “mock”, ovvero finto, e “cocktail”).

I nuovi drink analcolici non sono più semplici bibite zuccherate o frullati a base di frutta, ma bevande elaborate e sofisticate che offrono un’esperienza gustativa completa. Tra le alternative più popolari troviamo i fermentati come il kombucha, una bevanda frizzante ottenuta dal tè fermentato che può sostituire le classiche bollicine, e il switchel, un tonico a base di aceto di mele, zenzero, miele e limone. Anche gli estratti di frutta e verdura e le sode aromatizzate in numerose varianti stanno riscuotendo grande successo. Tuttavia, i protagonisti indiscussi di questa nuova tendenza sono i distillati analcolici, che riproducono il gusto dei distillati tradizionali senza contenere alcol.

La diffusione del Dry January ha avuto un impatto significativo anche sul mercato delle bevande analcoliche. In Italia e nel resto del mondo, grandi aziende e piccoli produttori stanno ampliando la loro offerta includendo sempre più prodotti alcol-free. Il cambiamento è stato accelerato dal successo di Seedlip, la prima linea di distillati analcolici, lanciata nel 2015 e oggi distribuita da Diageo nei principali cocktail bar internazionali. Da allora, il panorama dei drink analcolici si è notevolmente ampliato e, secondo le previsioni, il settore potrebbe crescere del 400% nei prossimi anni.

La pandemia ha contribuito a incrementare l’interesse verso questo tipo di bevande, spingendo molte persone a cercare alternative che fossero al tempo stesso salutari e appaganti. Rinunciare all’alcol non significa necessariamente rinunciare al piacere di bere qualcosa di buono. Anzi, molte delle nuove bevande analcoliche offrono un’esperienza sensoriale sofisticata e ricca di sfumature. Tra i marchi più venduti a livello globale, secondo la classifica annuale di Drinks International, spiccano oltre a Seedlip anche gli australiani Lyre’s e gli inglesi Everleaf, Three Spirit e Aecorn.

Il Dry January e la crescente diffusione dei drink analcolici rappresentano un cambiamento culturale significativo. Se un tempo l’astinenza dall’alcol era vista come una rinuncia o una scelta punitiva, oggi viene interpretata come un modo per prendersi cura di sé e migliorare il proprio benessere. I cocktail analcolici non sono più una semplice alternativa per chi non beve alcol, ma una scelta consapevole che consente di sperimentare nuovi sapori senza effetti collaterali.

In definitiva, la tendenza verso un consumo più moderato e consapevole di alcol sembra destinata a consolidarsi, spinta dalla crescente attenzione al benessere e dall’offerta sempre più ampia di bevande analcoliche di alta qualità. Che si tratti di un kombucha, di un distillato analcolico o di un mocktail elaborato, le opzioni per chi sceglie di aderire al Dry January o semplicemente vuole ridurre il consumo di alcol sono oggi più numerose e appaganti che mai.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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