Negli ultimi anni, l’olio extravergine d’oliva (EVO) italiano ha affrontato sfide significative, rendendo necessario un ripensamento strategico del settore. Questo tema è stato al centro di un convegno organizzato a Roma da Confagricoltura e Unapol, intitolato “Olio di oliva: dalla tradizione al futuro. Prospettive per l’olivicoltura italiana”. L’evento ha riunito istituzioni e rappresentanti del settore, con l’obiettivo di rilanciare l’olivicoltura italiana e riposizionarla nel panorama internazionale, un compito che richiede innovazione, sostenibilità e una visione lungimirante.
La produzione di olio EVO, un pilastro della cultura e della gastronomia italiana, ha subito un drastico calo negli ultimi vent’anni, con una diminuzione di quasi il 50%. Questo dato allarmante ha sollevato preoccupazioni tra i produttori e gli esperti del settore, in un contesto in cui altri paesi mediterranei, come Spagna e Grecia, hanno adottato strategie più strutturate e modelli di sviluppo innovativi. L’Italia si trova a dover affrontare una filiera frammentata e una olivicoltura poco efficiente, mancando di una visione unitaria che possa unire i vari attori del settore.
strategie per il mercato dell’olio evo
Un momento chiave del convegno è stata la tavola rotonda “Strategie per il mercato dell’olio EVO”, alla quale ha partecipato Ignacio Silva, presidente della Federazione Italiana dell’Industria Alimentare (FIAB) e del gruppo spagnolo Deoleo, noto per marchi come Carapelli Firenze. Durante il suo intervento, Silva ha sottolineato l’importanza di passare da una strategia basata sul volume a una focalizzata sul valore. Ha affermato: “Il compito dei produttori di olio d’oliva è quello di investire in nuove strategie e progetti per aumentare la percezione del valore di questo alimento, incentivando un consumo consapevole”. Questo approccio mira a sensibilizzare i consumatori sull’importanza della qualità dell’olio EVO.
Un’iniziativa innovativa proposta da Silva è l’implementazione di un QR code unico, supportato da tecnologia blockchain, per garantire la tracciabilità del prodotto dalla sua origine fino al consumatore finale. Questa tecnologia non solo evidenzia la provenienza e la qualità dell’olio, ma contribuisce anche a costruire fiducia tra i consumatori, sempre più attenti e informati.
la mission di deoleo
La mission di Deoleo, come evidenziato da Silva, è quella di investire costantemente in qualità e innovazione tecnologica. Ha dichiarato: “Vogliamo ispirare l’intera filiera attraverso le migliori pratiche sostenibili, per arrivare al consumatore con messaggi trasparenti e per rendere finalmente visibile a tutti il grande valore dell’olio d’oliva”. Gli accordi di filiera, di cui Deoleo è stato promotore, rappresentano una risposta concreta per affrontare le sfide del mercato.
L’innovazione non si limita solo alla tecnologia, ma coinvolge anche pratiche sostenibili in tutte le fasi della produzione. L’adozione di tecniche agricole sostenibili, come l’uso di fertilizzanti naturali e la conservazione della biodiversità, è fondamentale per garantire la salute degli oliveti e la qualità dell’olio. In questo contesto, l’olio EVO italiano ha l’opportunità di posizionarsi come un prodotto premium, non solo per il suo sapore e le sue caratteristiche organolettiche, ma anche per il suo impatto positivo sull’ambiente.
affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici
Il convegno ha anche aperto la discussione su come il settore possa affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici, che rappresentano una minaccia crescente per l’agricoltura e per l’olivicoltura. Le condizioni meteorologiche estreme, come le gelate tardive e le ondate di calore, possono danneggiare gravemente le coltivazioni e ridurre la produzione. Pertanto, è fondamentale sviluppare pratiche agronomiche resilienti e strategie di adattamento per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
In sintesi, il rilancio dell’olio EVO italiano passa attraverso una combinazione di innovazione, sostenibilità e un impegno collettivo per valorizzare questo prodotto di eccellenza. Con eventi come il convegno di Roma, il settore dimostra di essere pronto a intraprendere un percorso di trasformazione, mirando a ristabilire la posizione dell’olio d’oliva italiano nel panorama globale. La sfida è grande, ma con una visione strategica e un’adeguata pianificazione, il futuro dell’olivicoltura italiana può essere luminoso e pieno di opportunità.