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Definite le uga anche in alto adige: un passo verso la valorizzazione del territorio

L’Alto Adige, una delle regioni italiane più affascinanti e rinomate per la sua tradizione vitivinicola, ha recentemente fatto un passo significativo nel settore del vino. Il Ministero dell’Agricoltura (MASAF) ha ufficialmente definito le Unità Geografiche Aggiuntive (UGA), conferendo così un riconoscimento giuridico speciale alle zone vinicole della regione. Le località come Gries, Mazon, Eppan Berg e Brenntal possono ora essere indicate in etichetta come UGA, accanto alla denominazione “Alto Adige Doc”. Questo sviluppo non solo valorizza il patrimonio vitivinicolo locale, ma offre anche nuove opportunità per i produttori.

Il processo di creazione delle UGA

La creazione delle UGA è il risultato di un lungo e meticoloso lavoro iniziato dal Consorzio Vini Alto Adige. Diverse commissioni composte da esperti del settore, tra cui agronomi, enologi, viticoltori e storici, hanno analizzato e suddiviso le diverse zone vinicole. Hanno determinato quali vitigni fossero più adatti per ciascuna parcella, considerando vari fattori:

  1. Terroir
  2. Microclima
  3. Altitudine
  4. Caratteristiche del terreno

Questi elementi sono fondamentali per garantire la qualità delle uve e, di conseguenza, del vino prodotto.

L’importanza della zonazione

La zonazione è un processo complesso che richiede un’attenta analisi dei dati relativi a diversi fattori ambientali. La consapevolezza che ogni area ha peculiarità uniche ha portato a una valutazione approfondita del microclima, dell’irraggiamento solare e dell’ombreggiatura. Questi aspetti sono cruciali per ottenere vini di alta qualità che riflettano le specificità del loro terroir.

Un elemento distintivo del progetto delle UGA è il legame storico delle zone vinicole. Martin Foradori, vicepresidente del Consorzio, ha evidenziato come il Catasto Teresiano del XVIII secolo abbia fornito informazioni preziose sui nomi storicamente attribuiti alle aree di coltivazione. Questa continuità storica arricchisce ulteriormente il progetto, rendendo omaggio alla tradizione vitivinicola dell’Alto Adige.

Vini da unità geografica aggiuntiva

Oltre alla suddivisione geografica, sono stati definiti anche i vitigni più adatti per ciascuna UGA. Eduard Bernhart, direttore del Consorzio, ha chiarito che, sebbene i viticoltori possano continuare a coltivare varietà ammesse, solo i vini prodotti da vitigni selezionati dagli esperti potranno essere identificati come vini da unità geografica aggiuntiva. Questo approccio garantisce che ogni vino rappresenti autenticamente le specificità del suo terroir.

Inoltre, è stata introdotta una riduzione della quantità di uva per ettaro, fissata al 25% rispetto alla quantità ammessa per la DOC Alto Adige. Questa decisione mira a garantire che la qualità dei vini prodotti nelle UGA raggiunga standard ancora più elevati, trasformando il concetto di terroir in un elemento tangibile e riconoscibile.

Il futuro del vino altoatesino

Il Consorzio Vini Alto Adige ha progettato un pittogramma specifico che apparirà sulle etichette dei vini delle UGA, consentendo ai consumatori di identificare facilmente i vini provenienti da queste zone. La trasparenza e l’informazione sono elementi chiave per il Consorzio, che punta a educare i consumatori sulla qualità e l’unicità dei vini altoatesini.

Il futuro del settore vitivinicolo altoatesino appare promettente. Andreas Kofler, presidente del Consorzio, ha affermato che se il progetto delle UGA avrà successo, queste zone potrebbero diventare sinonimo di vini di alta qualità, unici e inconfondibili. Ogni anno, l’Alto Adige produce circa 40 milioni di bottiglie di vino, destinate a mercati internazionali come Stati Uniti, Germania, Belgio, Olanda, Regno Unito e Svezia. Nel 2023, il giro d’affari del settore è stato stimato intorno ai 350 milioni di euro, un valore che si prevede di mantenere anche nel 2024.

In conclusione, la definizione delle UGA non rappresenta solo un traguardo per i produttori locali, ma anche un’opportunità per promuovere ulteriormente il vino altoatesino a livello internazionale. Con una maggiore attenzione alla qualità e alla specificità delle zone, il Consorzio Vini Alto Adige mira a posizionare i propri prodotti come veri e propri ambasciatori della cultura vinicola italiana nel mondo.

Redazione Vinamundi

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