L’introduzione di dazi al 25% sui prodotti dell’Unione Europea da parte degli Stati Uniti rappresenta una minaccia seria per il settore vitivinicolo italiano. Secondo l’Unione italiana vini (Uiv), gli effetti diretti di questa misura potrebbero portare a perdite per circa 470 milioni di euro, una cifra che, considerando anche gli effetti indiretti sull’export globale, potrebbe raggiungere il miliardo di euro. Questo allarmante dato è emerso dall’Osservatorio di Uiv, il quale ha ribadito le sue preoccupazioni in merito alla situazione attuale, contraddicendo le affermazioni di alcuni esperti e del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha espresso fiducia nella resistenza dei prodotti di alta qualità italiani.
Un aspetto cruciale del rapporto di Uiv è l’allerta riguardo al fatto che l’80% del vino italiano esportato negli Stati Uniti potrebbe subire un “salto nel buio” a causa dei dazi. Questo segmento rappresenta l’ossatura dell’export italiano verso il mercato americano, con un volume di 2,9 milioni di ettolitri su un totale di 3,6 milioni. La maggior parte di questi vini appartiene a categorie di prezzo medio-basso, rendendoli particolarmente vulnerabili a fluttuazioni di prezzo.
Nel mercato statunitense, il vino italiano è suddiviso in diverse fasce di prezzo. Ecco una panoramica delle categorie:
Tra i vini italiani più esposti ci sono alcune varietà emblematiche come il Pinot Grigio, il Prosecco, il Chianti, il Lambrusco, il Moscato d’Asti e molti vini siciliani. Queste etichette, rappresentative della tradizione vitivinicola italiana, sono spesso il primo punto di contatto per i consumatori americani. Il segmento “premium”, che pesa per il 17% in volume sul totale dell’export, con un prezzo medio franco cantina di 8,80 euro al litro, non è attrezzato per assorbire un afflusso massiccio di vini provenienti da fasce inferiori, creando così un rischio significativo di saturazione e possibile svalutazione.
Di fronte a questa crisi imminente, Uiv ha proposto un piano di contingenza articolato su tre livelli:
L’urgenza di un intervento coordinato è evidente, non solo per proteggere un settore vitale dell’economia italiana, ma anche per salvaguardare la ricca tradizione vitivinicola del Paese. Le sorti del vino italiano negli Stati Uniti non sono solo una questione economica, ma rappresentano un patrimonio culturale da tutelare e valorizzare. Con le attuali misure tariffarie, la situazione richiede attenzione e azioni tempestive per evitare conseguenze devastanti per l’export e, di conseguenza, per i produttori.
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