Dazi USA: il settore vitivinicolo italiano a rischio di perdite da 330 milioni di euro nel 2025

Le notizie sul vino italiano e internazionale della settimana dal 1 al 7 febbraio 2025 stanno attirando l’attenzione di appassionati ed esperti del settore. Tra i temi più discussi, emergono le potenziali conseguenze dei dazi imposti dagli Stati Uniti, che potrebbero avere un impatto significativo sull’export di vini italiani. Tuttavia, non mancano buone notizie, come i successi ottenuti nei mercati esteri e le sinergie tra i produttori. Scopriamo insieme le principali novità.

Dazi USA: possibili perdite per il vino italiano

Recentemente, l’Osservatorio UIV (Unione Italiana Vini) ha rivelato che i dazi americani sui vini italiani potrebbero causare perdite economiche fino a 330 milioni di Euro nel 2025. Gli Stati Uniti rappresentano un mercato cruciale per l’export di vini italiani, costituendo circa il 24% delle esportazioni totali nel 2024, con un fatturato che ha superato i 1,9 miliardi di Euro.

Secondo le stime, i dazi colpiranno principalmente i vini fermi, con un aumento delle imposte attorno al 20%, mentre i vini spumanti subiranno un incremento del 10%. Questa distinzione è dovuta alla forte richiesta di vini spumanti, come il Prosecco, nel mercato americano. Se queste previsioni si avverassero, il fatturato dell’export verso gli USA scenderebbe a meno di 1,7 miliardi di Euro, con un impatto devastante per molti produttori italiani.

Crescita dell’export dei vini toscani

Nonostante le sfide legate ai dazi, i vini toscani stanno vivendo un periodo di crescita. Durante il mese di febbraio, la Toscana ospita eventi chiave come BuyWine Toscana e PrimAnteprima 2025, occasioni importanti per i produttori locali di stabilire connessioni con buyer internazionali.

Nel 2024, la produzione di vino in Toscana ha raggiunto 2,6 milioni di ettolitri, con un incremento del 4,8% nell’export dei vini fermi rispetto all’anno precedente. Inoltre, il valore delle esportazioni è aumentato del 10%, segnalando un forte interesse verso i vini toscani sia a livello nazionale che internazionale.

Sinergia tra i Consorzi del Lago di Garda

Un’altra notizia significativa è la nascita della sinergia tra i Consorzi dei vini del Lago di Garda, che riunisce cinque Denominazioni chiave: Bardolino DOC, Custoza DOC, Garda DOC, Lugana DOC e Valtenesi DOC. Questo progetto mira a promuovere e valorizzare i vini di questa microregione vinicola, sfruttando il famoso Lago di Garda come elemento di identità e qualità.

Il Lago di Garda, con il suo clima mite e la costante ventilazione, favorisce la coltivazione della vite, creando un terroir unico e altamente vocato. Grazie a questa collaborazione, i produttori sperano di aumentare la visibilità dei loro vini nel mercato internazionale, puntando a eventi come il Vinexpo-Wine Paris 2025.

Verso Wine Paris 2025

L’Italia del vino si sta preparando per uno dei più importanti eventi del settore: Wine Paris 2025, che si svolgerà dal 10 al 12 febbraio. Molti Consorzi Italiani parteciperanno attivamente all’evento, portando con sé un ampio numero di produttori. Ecco alcuni esempi:

  1. Consorzio dei Vini di Romagna: 12 produttori
  2. Consorzio dei Vini della Valpolicella: 36 produttori

Questa presenza massiccia sottolinea l’impegno dei produttori italiani nel rafforzare la loro presenza sui mercati internazionali. Non solo Wine Paris, ma anche altri eventi come il Food Expo Greece e ProWein sono in programma per il 2025, dimostrando la volontà di espandere la visibilità dei vini italiani all’estero.

Successo dell’Istituto Grandi Marchi

Infine, il 5 febbraio, l’Istituto Grandi Marchi ha celebrato vent’anni di attività, presentando risultati straordinari. Fondata nel 2004, l’istituzione ha visto il proprio fatturato raddoppiare, raggiungendo 660 milioni di Euro. Circa il 55% di questo fatturato proviene dall’export, evidenziando l’importanza dei mercati esteri per le aziende vitivinicole italiane.

Particolarmente notevole è la crescita del mercato americano, che ha registrato un incremento del 5% in valore per i vini fermi e del 10% per gli spumanti nel 2024. La Cina si distingue per il più alto tasso di crescita, con un eccezionale aumento del 130% negli ultimi vent’anni, dimostrando l’interesse crescente per il vino italiano in Asia.

Questi sviluppi mettono in luce le sfide e le opportunità che il settore vitivinicolo italiano sta affrontando, mentre si prepara a navigare un panorama complesso e in continua evoluzione a livello globale.

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