Dazi USA: il rischio di una guerra commerciale perdente per vino e alcolici

La tensione commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea si fa sempre più evidente, rivelando le fragilità di un settore già provato da scelte politiche e dazi che si susseguono in modo altalenante. La recente decisione della Commissione Europea di includere i vini e gli alcolici nella disputa con gli USA è stata definita da Unione Italiana Vini (UIV) come economicamente “suicida”. Questa scelta non solo potrebbe aggravare la situazione, ma penalizza ulteriormente un comparto già colpito da provvedimenti contraddittori.

Conseguenze devastanti per le esportazioni italiane

Secondo le proiezioni dell’Osservatorio di UIV, l’inclusione dei vini e degli spirits nella disputa commerciale con gli Stati Uniti comporterebbe conseguenze devastanti per le esportazioni italiane. I dazi “ritorsivi” al 200% minacciati dall’ex presidente Trump potrebbero:

  1. Azzerare il valore complessivo delle esportazioni di vino e alcolici dall’Unione Europea verso gli Stati Uniti, attualmente stimato intorno agli 8 miliardi di euro.
  2. Rappresentare una fetta significativa del mercato, con una perdita che sarebbe un colpo durissimo per l’economia vinicola europea.

D’altro canto, le categorie di prodotto esportate dagli USA e oggetto delle possibili contromisure europee ammontano a circa 1,35 miliardi di euro, evidenziando un rapporto di scambio estremamente sbilanciato a favore dell’Europa. UIV ha descritto questa dinamica come un “gioco a perdere”, dove i produttori europei rischiano di subire perdite enormi a fronte di un guadagno marginale per i concorrenti americani. Il segretario generale di UIV, Paolo Castelletti, ha sottolineato come l’annuncio di dazi al 200% stia già generando effetti negativi sul mercato, con un incremento delle disdette degli ordini di merci destinate oltreoceano.

L’importanza del vino per l’economia italiana

Il vino rappresenta un settore fondamentale per l’Italia, con un’incidenza dell’1,1% sul Prodotto Interno Lordo (PIL) nazionale e un valore aggiunto che supera i 17 miliardi di euro. Questo comparto riveste un ruolo cruciale nell’export dell’Unione Europea verso gli Stati Uniti, dove il vino italiano rappresenta circa il 40% dell’intero export di alcolici. Tuttavia, questa posizione di forza è ora minacciata da una disputa commerciale che, se non risolta, potrebbe compromettere seriamente il futuro di molte aziende vinicole.

Appello alla Commissione Europea

In questo contesto, UIV e gli imprenditori europei del Comité vins hanno lanciato un appello urgente alla Commissione Europea affinché riveda le liste dei prodotti colpiti dai dazi. La richiesta è chiara: escludere le bevande alcoliche americane dalla disputa commerciale in corso. “È indispensabile, vista la sproporzione dei fattori in campo, fare in modo che questi prodotti restino fuori dalla disputa commerciale”, ha ribadito Castelletti, sottolineando l’urgenza di una soluzione che possa prevenire danni irreparabili al comparto.

L’industria vinicola italiana ha già affrontato sfide immense negli ultimi anni, a partire dalla pandemia di COVID-19, che ha colpito duramente il settore, riducendo la domanda e interrompendo le catene di approvvigionamento. Inoltre, i produttori di vino hanno dovuto affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici, che hanno alterato i modelli di produzione e influenzato la qualità delle uve. In questo scenario, la pressione di nuovi dazi commerciali rappresenta un ulteriore ostacolo difficile da superare.

La vulnerabilità delle aziende vinicole

La situazione si complica ulteriormente considerando la reperibilità dei mercati esteri. Gli Stati Uniti rappresentano uno dei principali sbocchi per il vino italiano, e la possibilità di perdere questo mercato a causa di dazi insostenibili è motivo di grande preoccupazione per i produttori. Le aziende vinicole, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni, potrebbero trovarsi in una posizione estremamente vulnerabile, incapaci di assorbire gli effetti di questi aumenti tariffari.

Per affrontare questa crisi, è necessaria una revisione delle politiche commerciali e una strategia a lungo termine che garantisca il supporto ai produttori vinicoli italiani. La protezione del settore passa attraverso la creazione di alleanze strategiche con altri paesi produttori di vino e la promozione di marchi locali sui mercati internazionali.

In definitiva, la questione dei dazi commerciali non è solo economica, ma tocca aspetti culturali e sociali profondi, poiché il vino è parte integrante della tradizione e dell’identità italiana. La speranza è che le istituzioni europee ascoltino le richieste del settore e agiscano in modo da proteggere un patrimonio che va oltre il mero valore economico.

Change privacy settings
×