Nel novembre del 1966, Firenze affrontò una delle sue più gravi calamità naturali: un’alluvione devastante che colpì la città, lasciando dietro di sé distruzione e disperazione. In quel momento di crisi, emerse una straordinaria risposta di umanità e solidarietà. Volontari da ogni parte del mondo si unirono per aiutare la città, guadagnandosi il titolo di “Angeli del fango”. Tra questi, Enzo Papi, un giovane toscano di Vada, e Amineh Pakravan, una studentessa iraniana appassionata di medievistica. Il loro incontro, avvenuto tra le macerie e i codici antichi salvati dalla Biblioteca Nazionale Fiorentina, segnò l’inizio di una storia d’amore che avrebbe dato vita a un’impresa unendo tradizione e innovazione.
Nel 1969, dopo un breve periodo di corteggiamento e condivisione di ideali, Enzo e Amineh si sposarono e decisero di costruire la loro vita insieme nella tenuta di famiglia a Riparbella, nella provincia di Pisa. Qui, nel 1970, fondarono l’azienda vitivinicola Pakravan-Papi. Il nome dell’azienda è un tributo alle loro radici: Papi rappresenta le origini toscane, mentre Pakravan ricorda l’eredità culturale persiana di Amineh. Questa fusione di culture ha dato vita a un approccio unico alla viticoltura, caratterizzato da un profondo rispetto per la terra e un’attenzione particolare alla sostenibilità.
La tenuta Pakravan-Papi si estende su 90 ettari di paesaggio toscano, di cui 20 sono dedicati ai vigneti. Immersa tra uliveti e macchia mediterranea, la tenuta rappresenta un esempio di come tradizione e innovazione possano convivere in armonia. Enzo, oggi affiancato dai figli Leopoldo e Chiara, descrive il vino come “un’opera d’arte, un’idea di bellezza da perseguire”. Questa visione si traduce in pratiche vitivinicole che considerano con attenzione il suolo e il microclima, grazie anche alla consulenza della rinomata enologa Graziana Grassini.
La famiglia Pakravan-Papi ha posto un forte accento sulla produzione sostenibile, consapevole dell’impatto del cambiamento climatico sull’agricoltura. Tra le pratiche implementate, spiccano:
Oltre alla produzione di vini di alta qualità, la tenuta offre anche esperienze di accoglienza e ospitalità di alto livello. Con uno stile che fonde l’eleganza toscana e francese, ogni aspetto della loro attività, dalla vinificazione all’enoturismo, è progettato per offrire un’autentica esperienza ai visitatori. Gli ospiti possono partecipare a degustazioni di vini, tour dei vigneti e corsi di cucina, immergendosi completamente nella cultura e nelle tradizioni locali.
La famiglia Pakravan-Papi ha sempre mantenuto un forte legame con il territorio e le sue comunità. Questo impegno è emerso con chiarezza durante l’alluvione che colpì la Val di Cecina nel 2024, quando la famiglia si mobilitò nuovamente per sostenere gli abitanti della zona, proprio come era accaduto quasi sessant’anni prima. Oltre a fornire aiuti materiali, la famiglia ha avviato iniziative per la rinascita delle attività agricole e turistiche colpite, dimostrando che l’amore per la propria terra non si esaurisce mai.
Le varietà di vino prodotte dalla tenuta Pakravan-Papi sono un riflesso della loro filosofia. I vini rossi, bianchi e rosati, tra cui spiccano il Chianti e il Sangiovese, sono realizzati con uve coltivate in modo biologico, senza l’uso di pesticidi chimici e rispettando i cicli naturali delle piante. Ogni bottiglia racconta una storia di passione, impegno e rispetto per l’ambiente, rendendo ogni sorso un’esperienza unica.
Questa storia di resilienza e innovazione si intreccia con la bellezza e la cultura della Toscana, rendendo la tenuta Pakravan-Papi un esempio luminoso di come le tradizioni possano essere reinterpretate e rinnovate nel rispetto della natura e della comunità. In un mondo sempre più globale, la famiglia Pakravan-Papi rappresenta un faro di autenticità, unendo le radici del passato con le sfide del futuro, continuando a produrre vini di eccellenza che celebrano il patrimonio culturale e ambientale della loro terra.
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