Cosa significa vino PIWI?

Verso la metà dell’800 arrivarono dall’America l’afide fillossera e i parassiti fungini e le conseguenze per i vitigni furono devastanti. Negli anni 2000 i vitigni PIWI iniziarono a diffondersi maggiormente con i notevoli progressi nella selezione genetica

I vini PIWI rappresentano una novità interessante e il perfetto equilibrio tra qualità e sostenibilità. Le loro origini risalgono alla seconda metà del XX secolo quando iniziarono a svilupparsi vitigni con lo scopo di ridurre l’uso di pesticidi, fungicidi e trattamenti chimici e oggi sono particolarmente apprezzati nell’agricoltura biologica e sostenibile. “PIWI” è un acronimo che deriva dal tedesco “Pilzwiderstandsfähig”, ma cosa vuol dire?

Cosa significa “vini PIWI”?

Il termine vino PIWI si riferisce a un vino prodotto da vitigni resistenti alle malattie fungine, come la peronospora e l’oidio. Le varietà di uva resistenti ai funghi (PIWI) consentono di evitare in gran parte l’uso di pesticidi.

Vitigno
Vitigno | pixabay @manfredrichter – Vinamundi.it

Tra le principali viti resistenti alle malattie fungine ricordiamo: Johanniter, Solaris e Regent.

Le varietà di vini PIWI

Attualmente sono iscritte al Registro Nazionale 34 varietà PIWI:

  • A bacca bianca: Bronner (con aromi di mela, pera, e a volte note erbacee), Cabernet Blanc, Charvir, Fleurtai, Helios, Kersus, Johanniter, Muscaris, Palma, Pinot Iskra, Sauvignon Kretos, Sauvignon Rytos, Sauvignon Nepis, Solaris (dal profilo aromatico intenso, con note di frutta tropicale e agrumi e buona acidità e struttura), Soreli, Souvignier Gris, Valnosia.
  • A bacca nera: Cabernet Carbon, Cabernet Cortis, Cabernet Eldos, Cabernet Volos, Cabertin, Julius, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Nermantis, Pinotin, Pinot Kors, Pinot Regina, Prior, Regent (dal colore intenso, con aromi di frutti rossi e spezie, e una buona struttura tannica), Sevar, Termantis, Volturnis.

Altre varietà PIWI, già selezionate e studiate, sono in attesa di essere iscritte Registro Nazionale delle Varietà di Vino.

Verso la metà del’800 arrivarono dall’America l’afide fillossera e i parassiti fungini peronospora e oidio le conseguenze per i vitigni furono devastanti. Si cercò da subito di trovare una soluzione grazie all’innesto, una pratica agrotecnica ancora oggi molto diffusa, ma questa soluzione non fu efficace e si pensò allora alla tecnica dell’ibridazione, incrociando viti europee e americane. I vitigni PIWI sono quindi incroci che combinano caratteristiche come la resistenza e le qualità del vino. I PIWI inquinano meno l’ambiente e si adattano più facilmente alle condizioni derivanti dal cambiamento climatico. 

Negli anni 2000 i vitigni PIWI iniziarono a diffondersi maggiormente con i notevoli progressi nella selezione genetica e nell’interesse per una viticoltura ecologica. Solitamente vengono applicate, infatti, grandi quantità di fungicidiper prevenire possibili infestazioni fungine. I primi vini PIWI cominciarono a essere commercializzati in Germania, Svizzera, Austria e Italia settentrionale. Oggi il Trentino-Alto Adige e il Veneto rappresentano un punto di riferimento mondiale per la produzione di PIWI di qualità. I vini PIWI, anche noti come “super bio”, possono essere prodotti in una vasta gamma di stili, dal bianco, al rosso, al rosato, fino ai vini spumanti. Nonostante non siano ancora diffusi come i vitigni classici, questi vini stanno guadagnando sempre più riconoscimenti e popolarità, soprattutto nelle regioni dove le normative ambientali sono più stringenti e tra i produttori che adottano pratiche di agricoltura biologica o biodinamica.

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