La crisi del vino che sta colpendo tutto il mondo ha portato tanti viticoltori italiani a pensare alla rottamazione dei vigneti come principale cura contro questa situazione. Ma sul tema sono tante le posizioni contrastanti, considerando come anche per attuare questo progetto siano necessari milioni di euro di fondi nazionali. Prima di attuare ogni mossa inoltre bisogna attendere il via libera di Bruxelles. In una riunione del Copa Cogeca, organizzazione che riunisce le associazioni di agricoltori e delle cooperative agricole, è infatti emerso come i singoli Stati membri possano attuare la rottamazione dei vigneti, previa autorizzazione della Commissione Ue, ma solo con un finanziamento nazionale.
Il vino non si vende più come prima, e i produttori di tutto il mondo stanno cercando di attuare riforme per uscire da questa crisi. In Italia, come in altre parti del globo, si sta valutando la possibilità di procedere con la rottamazione dei vigneti. La categoria di vini più in difficoltà è quella dei fermi, per questo i viticoltori che producono questa tipologia sono alla ricerca di contromisure. Nessuna ipotesi è scartata, con alcuni di questi che addirittura valutano la fuga verso altri settori, o l’utilizzo di terreno agricolo per altre colture. In questo momento quindi i produttori italiani, e anche spagnoli, attendono le decisioni Ue. La Commissione potrebbe infatti sostenere finanziariamente una virata su colture diverse, come quelle di cereali.
Se in Italia o in Spagna la situazione è molto complessa, anche in Francia la crisi ha colpito duramente, con forti perdite nel mercato registrate negli ultimi anni. A Parigi hanno tuttavia stanziato 30 milioni di euro di fondi nazionali per una compagna di estirpazione dei vigneti, in particolare di Bordeaux. Non solo, Oltralpe si è deciso di stanziare ulteriori 150 milioni di euro in un programma che prevede la ristrutturazione dei vigneti e in alcuni casi anche l’espianto definitivo. A quanto riportato dal Sole 24 Ore, si parla di circa 100mila ettari di vigneti interessati in questa riforma, sui 750mila impiantati.
Anche gli Stati Uniti vantano una filiera vinicola importante soprattutto in California, dove la cosiddetta rottamazione dei vigneti ha colpito circa 12mila ettari di filari. Momento complicato anche in Australia, dove sono in corso delle valutazioni sull’eventuale rottamazione dei vigneti. La preoccupazione a Canberra è legata alla chiusura del principale mercato dove veniva importato il loro prodotto, ovvero quello cinese, dove a causa dei dazi che hanno registrato un aumento fino al 220%, il canale si è interrotto.
Come detto tuttavia sono diverse le opinioni su una possibile rottamazione dei vigneti. Secondo quanto raccolto dal Sole 24 Ore infatti l’Unione italiana vini si è dichiarata del tutto contraria a questa pratica: “Diciamo no a qualsiasi azione di estirpo con premio con fondi Ue” ha ribadito l’Uiv. “Un dibattito su possibili piani di estirpo in alcune aree viticole del Paese, come accaduto in Francia, è un tema da affrontare con cautela, con dati concreti sulla situazione del potenziale e sull’andamento dei consumi in futuro. Invece le misure del Piano nazionale di sostegno sono dirette a rafforzare la competitività delle imprese del vino e a orientare le produzioni al mercato, non a incoraggiare l’abbandono della vigna e il prepensionamento dei viticoltori”.
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