Che quello delle enoteche sia un settore in salute e tutt’altro che intimorito dalla crescita dell’ecommerce lo dimostra anche la seconda edizione del Concorso Miglior Enotecario d’Italia: sul podio sono salite l’enoteca MisterCoffee per la categoria bottiglierie, e Bellariva Enoteca Bistrot per la categoria enoteche con mescita. Ad aggiudicarsi il premio speciale dedicato al Miglior Enotecario Under 30 è Matteo Bertelà di Vigevano (Pavia) titolare di Metodo Froma Bottega. Daniele Leopardi dell’enoteca Tentazioni di Parigi (quartiere Montmartre) è stato confermato Miglior Enotecario all’Estero (aveva già vinto nel 2022).
Un mercato in crescita
Andrea Terraneo, presidente di Vinarius, ha detto al Sole 24 Ore che il giro d’affari in questi anni è continuato a crescere. Indipendentemente dal numero di quante siano più o meno le enoteche degne di questo nome, le prospettive restano positive: nonostante il calo dei consumi causato dall’inflazione cresce infatti l’apprezzamento per il vino di qualità, alla ricerca di nicchie e della “bottiglia giusta” che l’enotecario può appunto consigliare. Molti clienti sono giovani, cosa impensabile fino a non troppi anni fa, e sono mediamente più preparati ed esigenti delle altre fasce di età.
Le parole del presidente Aepi
Secondo Francesco Bonfio, presidente di Aepi e titolare di una enoteca a Siena, «il minimo sindacale per una vera enoteca è disporre di almeno 600 etichette prodotte da un centinaio di cantine. E visto che i vini sono mediamente sempre più costosi, si fa presto a dover immobilizzare oltre 150mila euro. Se poi si vuole rilevare un’attività con un buon giro d’affari, al magazzino occorre aggiungere 500-600mila euro di avviamento».
«Inoltre ci vuole passione e molto tempo da dedicare alla formazione per costruire quel patrimonio di competenze che è il valore aggiunto di chi fa svolge la nostra professione. Si tratta di voci difficili da quantificare in denaro, ma per diventare un buon enotecario ci vuole disponibilità di tempo e soldi per viaggiare, visitare cantine, documentarsi e formarsi. A un giovane che esce da un istituto alberghiero o agrario e vuole intraprendere questo mestiere consiglio di cercare lavoro in un’enoteca come commesso e iniziare ad apprendere da lì».
Il Comité de Champagne
Per il secondo anno consecutivo partner del Concorso, che ha anche il patrocinio del Masaf, è stato il Comité de Champagne che ha permesso ai finalisti che di vivere un’esclusiva full-immersion formativa di quattro giorni a Epernay. Importante anche il supporto dei Consorzi italiani che hanno aderito in qualità di sponsor: Consorzio Vini doc delle Venezie, Consorzio di Tutela Vini del Trentino, Consorzio Vino Toscana, Consorzio di Tutela Vini Doc Cirò e Melissa, Consorzio Vino Chianti Classico, Consorzio Tutela Vini Friuli Colli Orientali Ramandolo, Consorzio Tutela Vini Collio.