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Approfondimento

Come vengono scelti i nomi dei vini in Italia?

Il progetto di arricchire la tua cantina con una nuova etichetta inizia a prendere forma, oppure è il tuo primo vino e per te inizia un’era nuova – quella da vignaiolo -, in ogni caso da dovunque provieni ti troverai di fronte lo stesso ostacolo: quale nome scegliere per il nuovo arrivato.

La scelta di una parola o delle parole che possa identificare il tuo vino è un passo importante e denominare un prodotto è una scelta irreversibile: una volta fatta non si torna indietro e il tuo vino sarà riconosciuto e chiamato per sempre con il termine che gli hai affibiato.

Il successo o meno dipende senza dubbio dal contenuto della bottiglia, ma è indiscutibile che per la vendita, l’acquisto e tutto ciò che accompagna un vino, lo si fa chiamandolo per nome, il quale lo identificherà nei ristoranti, nelle manifestazioni, nelle enoteche e anche online.

Le regole base per scegliere il nome da dare al proprio vino

Ecco dunque una serie di regole generiche valide per scegliere un nome senza incorrere in errori che potrebbero ostacolare la commercializzazione del prodotto.

Immagine | Pixabay @WolfBlur – Vinamundi.it

Sicuramente una prima regola è meglio corto, perché un nome lungo è difficile da ricordare e quando un acquirente entra in un’enoteca e cercherà il tuo vino potrebbe non ricordarlo a causa della lunghezza.

Un nome breve è più facile da memorizzare anche per le menti pigre, ed è anche più facile da associare mnemonicamente a qualche ricordo.

Quindi nomi troppo lunghi e composti da più parole diventano ostici alla lettura, scrittura e vocalizzazione.

Una seconda regola è la semplicità del nome, una delle chiavi che lo rendono memorizzabile perché nella semplicità riusciamo a raggiungere il consumatore in modo diretto.

Attenzione però a non cadere dal semplice al semplicistico, perché quest’ultimo porta alla banalità e un nome banale rischia di presentare in altrettanto modo il tuo vino. Per semplice si intende facile da ricordare, non per questo debba peccare di fantasia e/o di originalità.

La terza regola è mai utilizzare un messaggio negativo: il nome deve generare positività, curiosità, deve puntare sulle qualità del prodotto, devono emergere gli aspetti che possono suscitare interesse.

A nessuno verrebbe mai in mente di chiamare il proprio vino l’acescente, ma vi assicuro che non bisogna sbilanciarsi così tanto per rischiare di dare alla bottiglia una connotazione dispregiativa.

Attenzione quindi a non utilizzare parole che possano scoraggiare l’utente finale all’acquisto orientandosi invece verso segnali di attrazione ma che soprattutto sia gradevole e susciti simpatia.

Altra possibile regola è valutare che il nome tradotto in un’altra lingua possa risultare negativo e potrebbe suscitare ilarità oppure offesa.

Cerca dunque di evitare parole la cui pronuncia possa avere un significato offensivo in una lingua diversa dall’italiano, poiché nel caso ciò dovesse accadere c’è il rischio che ogni volta si parli del vostro vino si faccia riferimento in modo ironico al doppio significato.

Altra regola molto importante è evitare il doppio senso, che potrebbe essere utile se si allude a due cose comunque piacevoli e interessanti, ma evitiamo doppi senso che possano generare confusione, o peggio ilarità fino a cadere nel grottesco.

Il vostro nome deve risultare simpatico, ma allo stesso tempo avere un profilo di assoluta serietà, perché il rischio è di ritrovarci nella stessa situazione della regola sopracitata.

In questo caso però scoprire il doppio senso è molto più facile, ci si accorge subito se il nome può essere storpiato e reso ridicolo o imbarazzante.

Inutile dire che il nome del vostro vino debba essere originale, comportando anche maggior riconoscibilità nell’acquirente.

Impossibile richiedere l’unicità, ma evita di associare alla bottiglia nomi già esistenti nel vostro settore e in quelli adiacenti.

Infine bisogna scegliere se dare un taglio moderno al nome oppure antico: nel primo caso significa utilizzare una terminologia attuale, nel secondo caso (se si da ad esempio il nome in latino) c’è rischio di mettere in crisi la pronuncia dell’acquirente.

Dovete essere voi a progettare la vostra strategia e capire se può funzionare o meno cercando di farlo sposare con le regole sopra esposte.

Come procedere nella scelta del nome

Adesso che i requisiti minimi sono chiari vediamo come muoverci nell’intricato mondo dei nomi. Ti starai chiedendo se c’è una strada da seguire, un procedura cui affidarsi. Per questo possono venirci incontro alcune idee su come procedere.

Foto | Pexels @GrapeThings

Sicuramente devi cercare di focalizzare che stai vendendo vino e che il nome da voi scelto dovrà collocarsi in questo settore merceologico.

Il consiglio è, se state brancolando nel buio, la cosa più semplice è rimanere nel vostro spazio di conoscenze, utilizzando nomi che rimandano alle botti, all’uva, alla vendemmia, a tutto ciò che ha a che fare con il vostro prodotto e che possa identificarlo in questa nicchia di mercato.

Poi bisogna ricordare che percorrere le strade battute da altri può essere utile, quindi rimanere comunque nell’ottica dell’originalità, evitando di scopiazzare il nome di altre aziende ed esaminare i prodotti simili e che hanno avuto successo, scoprendo i segreti del loro nome e rimanere sul pezzo.

La dura realtà poi è che la propria etichetta si confronterà nel web, con migliaia di utenti che digiteranno il suo nome in cerca di informazioni, schede tecniche, negozi in cui acquistarlo.

Se hai rispettato i dettami precedenti siamo sicuri che il nome sarà facilmente ricordabile, digitabile e della giusta lunghezza. Ora devi decidere se creare un luogo ad hoc per questo vino sui social e sul sito web oppure aggregarlo agli altri prodotti aziendali.

Nel caso ti orientassi per la prima opzione ti dovrai adoperare per creare pagine social che possano promuoverlo. Diventa quasi necessario aggiungere tra i vari requisiti anche la sua propensione web.

Chiediti se esiste già un sito o una pagina Facebook con lo stesso nome. In caso affermativo già parti in svantaggio. Se così non fosse allora la tua scelta ha già i requisiti minimi necessari per il mercato online.

Infine l’etichetta deve parlare di voi: l’azienda non può tradursi in un termine, dietro ci sono spesso storie di tante generazioni, con territori più o meno vasti con uno o più vitigni.

Questo è il momento in cui dovete fare affidamento su voi stessi e tra le varie scelte magari optate per utilizzare il nome di una particolare parcella di terreno, oppure un particolare riferimento estetico o strutturale dell’azienda. Guardatevi intorno e vedrete che i vostri luoghi sono suggeritori preziosi.

Dunque tenete ben presente i consigli sopra riportati che possono schiarirvi le idee e magari presentarvi dal vostro consulente senza essere a digiuno della materia, essendo soprattutto in grado di fornirgli tutte le informazioni.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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