Per vino “difettato” si intende un vino che è andato a male, per esempio a causa di cattiva conservazione, contaminazione microbica o per un incidente di produzione. Immaginate di essere al ristorante e chiedere una bottiglia di un buon vino. Il cameriere presenta la bottiglia e ne versa un po’ per fare il canonico assaggio. Come capire se il vino è buono o da rimandare indietro a malincuore?
Il primo passo, in realtà, è proprio del cameriere: una volta aperta la bottiglia deve annusare il tappo. Siamo portati a pensare che l’odore di tappo si trasferisca se lo stesso sta a contatto con il vino all’interno della bottiglia, ma in realtà la bottiglia va stoccata distesa così che il liquido vada a impregnare il tappo. In questo modo, il sughero si allarga andando a sigillare bene la bottiglia, evitando che entri aria indesiderata. Quindi, quando il cameriere va a odorare il tappo e questo non ha l’aroma del vino, è probabile che il vino non sia buono, perché nel 99% dei casi si tratta di cattiva conservazione, a causa di un difetto del tappo stesso.
In alcuni casi si sentirà addirittura odore di muffa. Questo fenomeno può essere semplicemente dovuto all’odore della cantina in cui è stato conservato il vino, e non è necessariamente sintomo di scarsa qualità.
L’assaggio spetta invece al cliente. Il sapore alterato dovrebbe creare sospetto: talvolta capita che un vino abbia un gusto acidulo, dovuto generalmente a composti quali l’acido acetico. Ma possiamo riscontrare anche sentori di zolfo, uova marce o aglio, dovuti rispettivamente a anidride solforosa, idrogeno solforato e mercaptani e disolfuri (l’aggiunta di solfiti è pratica usuale nella produzione del vino, ma capita che se ne trovi in quantità elevata).
Altra red flag si verifica nel momento in cui ci si rende conto che il colore del vino bianco è più scuro del previsto o, similmente, quando il rosso ha un tono più sgranato e tendente al color mattone. Ciò può essere causa di una cattiva ossigenazione del vino durante la fermentazione, la maturazione e la conservazione. Anche tappi fallati, chiusure fallate delle bottiglie, esposizione a fonti di calore eccessive o di luce sono possibili cause dell’ossigenazione del vino. L’ossigeno fa perdere freschezza e carattere e, mentre in alcuni vini della regione del Rioja è un elemento gradito, per altri significa che la bottiglia non è buona per essere bevuta.
In poche parole, i passaggi fondamentali da eseguire per una corretta analisi del vino sono: stappare il vino, odorare il tappo, versare il vino in un calice, osservarne la colorazione, ruotare il calice e odorare il vino.
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