Il mondo del vino italiano si trova attualmente di fronte a sfide significative che minacciano la sua tradizione e identità culturale. Coldiretti e Filiera Italia hanno lanciato un appello forte e chiaro, esprimendo la loro intenzione di mobilitarsi in piazza per difendere i 240.000 viticoltori italiani e il settore vitivinicolo, che sostiene circa 1,3 milioni di posti di lavoro lungo l’intera filiera. La principale preoccupazione riguarda le etichette allarmistiche proposte dalla Commissione Europea, che si inseriscono nel contesto della revisione del Piano europeo di lotta contro il cancro, noto come “Beca”.
le proposte della commissione europea
Il 4 febbraio 2023, la Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare (Dg Sante) della Commissione Europea ha pubblicato un Documento di lavoro con proposte per l’introduzione di etichette sanitarie sulle bottiglie di vino, mirate a scoraggiare il consumo di alcol. Queste misure hanno suscitato una forte opposizione da parte delle associazioni di settore, tra cui Unione Italiana Vini (Uiv), che hanno lanciato allerta sui potenziali danni che tali etichette potrebbero arrecare all’industria vinicola.
- Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha denunciato l’inaccettabilità di penalizzare un settore che l’Unione Europea dovrebbe invece promuovere.
- La critica principale è rivolta al ritardo nell’introduzione di misure fondamentali per la trasparenza alimentare, come l’etichetta d’origine su tutti i prodotti, mentre si propongono misure che sembrano puramente ideologiche.
le conseguenze delle etichette allarmistiche
Il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, ha ribadito che le decisioni della Commissione Europea non sono supportate da solide basi scientifiche. Le etichette allarmistiche, insieme a sistemi come il Nutriscore, favorirebbero alimenti ultra-processati e sono considerate dannose per la salute, non rappresentando una soluzione efficace per promuovere stili di vita più sani.
La difesa del vino italiano non è solo una questione economica; è anche un aspetto culturale e identitario. Francesco Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, ha evidenziato come il vino non sia solo una bevanda alcolica, ma un prodotto agricolo profondamente legato alla storia e al territorio italiani. Il vino è espressione di tradizioni che affondano le radici in secoli di agricoltura e cultura, un patrimonio che Coldiretti e Filiera Italia intendono proteggere.
l’impatto economico e sociale
Le proposte contenute nel Documento della Commissione Europea non solo rischiano di danneggiare il settore vitivinicolo, valutato quasi 14 miliardi di euro, ma potrebbero anche avere un impatto significativo su milioni di famiglie che dipendono da esso per il proprio sostentamento. L’industria del vino è un motore economico e un custode delle tradizioni agricole che hanno modellato il paesaggio italiano.
Coldiretti e Filiera Italia non si limitano a esprimere preoccupazioni; chiedono un intervento concreto da parte delle istituzioni europee. Nella loro lettera indirizzata ai vertici dell’Unione Europea, tra cui il presidente Ursula von der Leyen e i commissari Raffaele Fitto, Christophe Hansen e Olivér Várhelyi, hanno richiesto la rimozione di tali etichette dal Documento di lavoro e il ritiro dell’ipotesi di nuove tassazioni sul vino.
Il dibattito è destinato a intensificarsi nei prossimi mesi, con la possibilità di proteste pubbliche e mobilitazioni che coinvolgeranno viticoltori, produttori e appassionati del vino. Coldiretti e Filiera Italia sono pronte a scendere in piazza per difendere non solo i propri interessi economici, ma anche un patrimonio culturale che rappresenta un simbolo dell’italianità nel mondo. La battaglia contro le etichette allarmistiche è solo l’ultima di una serie di sfide che il mondo del vino si trova ad affrontare, ma la determinazione di questi attori sarà cruciale per il futuro del settore.