Sebbene questo atteggiamento possa sembrare positivo da un punto di vista della sicurezza, per molti operatori del settore il rischio è quello di vedere una riduzione dei guadagni, specialmente durante le festività
Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, che ha reso più severe le pene per chi si mette al volante dopo aver bevuto, i comportamenti degli italiani sono cambiati, portando alla luce nuove abitudini legate alla sicurezza stradale e al consumo responsabile di alcol, ecco cos’è l’ultima trovata della “wine bag”.
Il cambiamento più evidente è nelle scelte dei consumatori, che, più cauti rispetto al passato, preferiscono ridurre il consumo di alcol per evitare di superare il limite consentito. Ma c’è un’iniziativa che sta guadagnando popolarità: la “wine bag”, un’idea che sta trasformando l’esperienza del ristorante italiano. Cos’è, come funziona e come sta cambiando il modo di vivere il vino a tavola?
La “wine bag”, letteralmente una borsa per il vino, è una pratica che si sta diffondendo in Italia, ma che non è di certo una novità all’estero. Si tratta di una soluzione pratica che consente ai clienti di portare a casa il vino che non hanno finito durante il pasto, evitando di mettersi alla guida con un tasso alcolemico potenzialmente pericoloso. Un’idea che sta prendendo piede soprattutto tra i giovani, più sensibili alle nuove regole introdotte dal Codice della Strada.
Secondo quanto riportato da alcuni ristoratori, questa soluzione non solo ha aiutato a ridurre i consumi alcolici sul momento, ma ha anche incentivato una riflessione più profonda sul consumo consapevole di alcol. La possibilità di portare via una bottiglia di vino, senza per forza doverla terminare durante il pasto, ha dato alle persone un maggiore controllo sul proprio livello di alcol nel sangue, permettendo di evitare rischi e sanzioni. Non è solo una risposta pratica a un problema concreto, ma anche un segno di un cambiamento nella cultura italiana riguardo al consumo di alcol.
I ristoratori, d’altra parte, si trovano a fronteggiare una doppia sfida: da un lato, devono adattarsi a una clientela che, in parte, ha ridotto il consumo di alcol per paura delle sanzioni; dall’altro, vedono in questa nuova consapevolezza un’opportunità per offrire un servizio più attento e responsabile. Molti clienti, infatti, chiedono la “wine bag” per portare a casa il vino non terminato, mostrando così un atteggiamento più responsabile nei confronti della guida e dell’alcol.
Tuttavia, alcuni ristoratori sono preoccupati dal calo delle vendite di vino, “i camerieri più giovani hanno optato per bevande analcoliche invece del vino, temendo i controlli delle forze dell’ordine“. Sebbene questo atteggiamento possa sembrare positivo da un punto di vista della sicurezza, per molti operatori del settore il rischio è quello di vedere una riduzione dei guadagni, specialmente durante le festività.
Il tema ha acceso anche il dibattito pubblico, come testimoniato dalla discussione tra il giornalista Bruno Vespa e il ristoratore Alessandro Pipero durante la trasmissione Porta a Porta. Pipero ha criticato apertamente le nuove normative, sostenendo che i clienti, ormai più diffidenti, stanno optando per porzioni ridotte di vino e hanno difficoltà ad adattarsi alla normativa. Nonostante ciò, Vespa ha ribadito che i limiti non sono cambiati rispetto al passato, ma i controlli sono diventati più severi, alimentando una certa preoccupazione nella società.
Il giornalista ha inoltre espresso la sua opinione riguardo alla pratica della “wine bag”, mostrando un certo scetticismo. Secondo Pipero, l’iniziativa sarebbe destinata a fallire, in quanto molti clienti non bevono a casa e, seppur divertente, non credono che portarsi via il vino sia una scelta da considerare seriamente. Per lui, la “wine bag” sarebbe quasi “da sfigati“, un commento che non è passato inosservato, ma che ha suscitato una certa reazione.
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