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Centinaio: l’Italia deve unirsi alla Francia contro l’attacco dell’Ue al vino

Nell’attuale contesto dell’Unione Europea, il settore vitivinicolo si trova in una posizione paradossale. Da un lato, l’UE sembra sostenere l’industria del vino con iniziative come il “Pacchetto Vino”, mentre dall’altro, adotta misure che possono essere percepite come ostili, come l’introduzione degli “health warnings” sulle etichette e le raccomandazioni del Piano europeo contro il cancro. Questo piano, varato a febbraio 2023, include proposte per ridurre il consumo di alcol, creando preoccupazione tra i produttori di vino italiani, che vedono il loro prodotto spesso associato a rischi per la salute.

In questo scenario complesso, l’Italia ha bisogno di stringere alleanze strategiche all’interno dell’UE per affrontare queste sfide. Uno dei partner più naturali in questo sforzo è la Francia, storicamente uno dei principali produttori di vino e un attore influente nelle politiche agricole europee. Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato ed ex Ministro dell’Agricoltura, ha sottolineato questa necessità durante un intervento al Vinitaly 2025, uno dei più importanti eventi del settore vinicolo, tenutosi a Verona. In un convegno intitolato “Gli attacchi europei al vino italiano”, Centinaio ha affermato l’importanza di unire le forze con la Francia per rappresentare efficacemente gli interessi del settore vitivinicolo europeo.

unire le forze per il vino

“È fondamentale che Italia e Francia lavorino insieme come leader nel settore vino,” ha dichiarato Centinaio, esprimendo la necessità di una cooperazione tra europarlamentari e governi nazionali per garantire che l’UE riconosca il vino non come una “pecora nera” dell’agroalimentare, ma come un simbolo del made in Italy nel mondo. Ha insistito sulla necessità di separare il vino dall’alcol nel dibattito pubblico, sottolineando che il consumo moderato di vino non comporta i rischi per la salute spesso associati all’alcol in generale.

Il dottor Roberto Gualtieri, medico al Pronto Soccorso dell’Ospedale Cristo Re a Roma, ha confermato le parole di Centinaio, sottolineando che il problema non risiede nel consumo di vino, ma nell’abuso di superalcolici. Gualtieri ha evidenziato i benefici del vino rosso, ricco di antiossidanti, che possono contribuire alla salute cardiovascolare. Tuttavia, ha anche sottolineato l’importanza dell’educazione sul consumo responsabile di alcol, che dovrebbe iniziare nelle famiglie e continuare nelle scuole.

le sfide economiche del vino

Pietro Monti, vicepresidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI), ha aggiunto che produrre vino è un modo per produrre cultura e che un approccio negativo verso il vino può avere conseguenze economiche disastrose. Ha sottolineato il ruolo dell’agricoltore come custode del territorio e l’importanza di difendere il lavoro degli agricoltori italiani.

Le preoccupazioni di Centinaio non si limitano però solo alla questione del consumo di vino. Ha anche sollevato il tema dei dazi e delle guerre commerciali, esprimendo la speranza che l’Europa possa negoziare in modo efficace con gli Stati Uniti per proteggere le esportazioni di vino italiano. “L’UE deve mantenere una linea morbida, iniziando con l’esclusione del bourbon dalla lista di controdazi,” ha affermato, riferendosi alle recenti discussioni tra i leader europei e statunitensi. Secondo Centinaio, una tale decisione sarebbe una vittoria per il governo italiano, che svolge un ruolo cruciale come intermediario tra Bruxelles e Washington.

la strategia per il futuro

La Premier Giorgia Meloni, intervenuta in un incontro con le categorie produttive a Palazzo Chigi, ha ribadito l’importanza di rimuovere i dazi interni per rendere il sistema economico italiano più competitivo. Ha anche annunciato un incontro a Washington con il presidente Biden, evidenziando l’approccio proattivo del governo italiano nei confronti delle politiche commerciali.

Centinaio ha poi messo in evidenza che i dazi non sono un’invenzione recente e che l’Italia già affronta costi elevati per esportare vino in vari mercati, inclusi gli Stati Uniti e la Cina. Ha osservato che i produttori italiani spesso pagano tariffe più alte rispetto ai concorrenti francesi, sottolineando la necessità di una strategia europea unitaria per garantire condizioni eque di concorrenza.

L’Italia, pur essendo il principale esportatore di vino al mondo, deve affrontare la sfida di valorizzare maggiormente la qualità rispetto alla quantità. “Dobbiamo imparare a trasformare il nostro prodotto in un simbolo di eccellenza, capace di ottenere il giusto prezzo sui mercati internazionali,” ha concluso Centinaio, sottolineando l’importanza di riconoscere il valore delle eccellenze vitivinicole italiane.

In questo contesto, l’unione delle forze tra Italia e Francia potrebbe rappresentare una strategia vincente per affrontare le sfide future e proteggere il patrimonio vitivinicolo europeo. La cooperazione tra i due Paesi potrebbe non solo rafforzare le posizioni nei confronti dell’Unione Europea, ma anche contribuire a una migliore comprensione e valorizzazione del vino come elemento centrale della cultura e dell’economia europea.

Redazione Vinamundi

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