Il veronese Raffaele Boscaini, già presidente di Confindustria Verona, è stato recentemente eletto alla presidenza di Confindustria Veneto per il quadriennio 2025-2029. Questo traguardo rappresenta un momento cruciale non solo per Boscaini, ma anche per il settore industriale veneto, che ora si trova a guidare una delle regioni più dinamiche del panorama economico italiano. Con un’esperienza consolidata come direttore marketing di Masi Agricola, una storica azienda vitivinicola fondata nel 1772, Boscaini porta con sé un bagaglio professionale ricco e variegato.
La sua formazione include un diploma presso l’Istituto britannico Wine and Spirit Educational Trust e significative esperienze lavorative all’estero, tra cui una collaborazione con l’importatore inglese Berkmann’s Wine Cellars. In un’intervista rilasciata a VinoNews24, il neo-presidente ha riflettuto sul sistema vino italiano e internazionale, affrontando temi cruciali come i dazi trumpiani e l’importanza di strategie innovative per un settore che, in Italia, sembra ancora legato al concetto di “piccolo è bello”.
Boscaini ha sottolineato l’importanza di avere un esponente del mondo del vino alla guida di Confindustria Veneto in questo momento storico. “Questo aspetto evidenzia come l’industria alimentare non solo abbia un peso economico importante, ma esprima anche complessità e variabilità che possono essere d’esempio per molte altre industrie,” ha spiegato. L’interconnessione tra il settore alimentare e le sfide globali è evidente: le difficoltà economiche, dovute a conflitti e crisi internazionali, non colpiscono solo le aziende metalmeccaniche, ma anche quelle operanti nel settore del vino.
Parlando dell’importanza del vino per l’agroalimentare veneto, Boscaini ha affermato:
Questi prodotti non solo hanno raggiunto numeri stratosferici, ma sono anche rappresentativi di un’industria che deve adattarsi a un mercato in continua evoluzione. Tuttavia, il neo-presidente ha anche evidenziato una dinamica di contrazione dei consumi nel mondo del vino, che porta alcune produzioni a diventare di nicchia. “Certe produzioni tendono a diventare di nicchia. Tuttavia, esistono ancora tanti mercati in crescita, soprattutto in paesi che tradizionalmente non consumavano molto vino, come il Sud America,” ha affermato, esprimendo fiducia nel potenziale di crescita del Prosecco.
Quando si parla di dazi, Boscaini ha messo in guardia: “Se uno dei mercati chiave, come quello americano, dovesse subire difficoltà, l’impatto si farebbe sentire.” Ha spiegato che le aziende vinicole italiane, mediamente piccole e poco strutturate, spesso non sono pronte a fronteggiare tali sfide. “Se un’azienda è troppo esposta su un solo mercato e si trova di fronte a un dazio elevato, l’impatto è devastante.”
Tuttavia, la dimensione aziendale non determina necessariamente la capacità di mantenere tradizione e artigianalità. “Non è detto che un’azienda piccola garantisca meglio questi valori, anche se sicuramente li promuove. La vera sfida è trovare una sintesi tra realtà piccole e la necessità di un sistema più organizzato,” ha proseguito Boscaini, citando l’esempio dei négociants francesi come possibile modello.
Un altro aspetto cruciale è la filiera vinicola. Boscaini ha sottolineato la necessità di aggregazione e sinergia tra viticoltori e aziende vinicole per sviluppare un mercato più robusto. “Abbiamo viticoltori bravissimi, che però spesso non hanno una struttura commerciale adeguata,” ha spiegato, evidenziando l’importanza di una gestione professionale.
In un contesto di incertezze e sfide globali, il canale direct-to-consumer emerge come un’opportunità da sviluppare. “C’è poca progettualità, poco investimento e poco lavoro sul posizionamento strategico. Eppure è un comparto strategico,” ha ribadito Boscaini, sottolineando la necessità di professionizzare ulteriormente l’enoturismo.
Il turismo, in particolare, rappresenta un settore cruciale per l’Italia e per il Veneto. “Deve diventare più professionale,” ha affermato, suggerendo che un’offerta di livello, adeguata alle aspettative del turista moderno, è fondamentale per attrarre visitatori. Ha citato Napa Valley come esempio di un ecosistema ben organizzato, dove il turismo del vino è supportato da servizi e strutture complementari.
Infine, parlando della Valpolicella e dell’Amarone, Boscaini ha fatto notare che, sebbene la denominazione sia ancora forte, ci sono sfide da affrontare. “I vini di stile ripasso stanno calando drasticamente in alcune aree, spesso a causa di prodotti non autentici che danneggiano l’immagine del segmento,” ha avvertito, sottolineando l’importanza di mantenere alta la qualità e l’autenticità del prodotto.
In un panorama in continua evoluzione, la leadership di Boscaini in Confindustria Veneto potrebbe rappresentare un’opportunità per ripensare e ristrutturare un settore fondamentale per l’economia regionale e nazionale.
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