In Francia la crisi non è solo politica, ma anche vitivinicola. Il celebre vigneto di Bordeaux, Sud-Ovest del Paese, sta infatti vivendo un periodo nero: sia per la malattia epidemica della flavescenza dorata, che ha portato alla decisione di sradicare 9.500 ettari e ad una spesa di 57 milioni di euro – piano a cui, tuttavia, sono stati costretti i responsabili del settore -, che ad un calo del 32% del consumo del vino rosso prodotto proprio nella Regione. Lo ha annunciato Consiglio interprofessionale del vino di Bordeaux (Civb), che ha contribuito al piano che verrà attuato dal prossimo ottobre con un finanziamento di 19 milioni di euro. Sarà invece lo Stato francese a finanziare il resto del piano, versando 38 milioni, a tre mesi dalla creazione della cellula di crisi del celebre vitigno nazionale.
La flavescenza dorata è una malattia epidemica che colpisce la vite ed è provocata da un fitoplasma, ossia un microrganismo simile a un batterio: questo può vivere all’interno dell’insetto vettore, o nei vasi floematici della pianta ospite. La malattia è stata segnalata per la prima volta negli anni ’50, proprio in Francia. Secondo quanto diffuso dai media francesi, a titolo di sostegno nella lotta preventiva della malattia, per ogni ettaro estirpato, chi farà richiesta per tempo riceverà un premio di 6mila euro. L’obiettivo, considerando anche il calo della domanda, è anche quello di porre fine alla sovrapproduzione. Questa domanda andrà presentata nel mese di maggio. “È un passaggio essenziale anche se non piace a nessuno. Più veloce andrà, meglio sarà“, ha dichiarato Allan Sichel, il presidente del Civb.
Sarebbero 333 i viticoltori a volersi fermare, per un totale di 6.400 ettari di attività coinvolti, secondo quanto riporta l’indagine dichiarativa condotta dalla Camera dell’agricoltura della Gironda lo scorso gennaio. Nonostante ciò, quanto varato dal piano del Civb non basterebbe, in quanto sarebbero 40mila gli ettari di vigneti coltivati ad essere in perdita. Le critiche, dunque, non sono mancate.
In Italia, invece, preoccupa l’inflazione, che ha avuto un impatto negativo sulle vendite del vino nel 2022, e sta avendo un impatto negativo anche nel primo trimestre del 2023. Come riporta il sito del Gambero Rosso, “dopo le flessioni in quantità per le categorie del vino (-5,4%) e delle bollicine (-5%) registrate nel 2022 nelle undici prime settimane dell’anno, si registrano flessioni rispettive del 6,2% e dello 0,5%”. Un trend che, grazie ai dati presentati dalla società Circana, è stato osservato analizzando i comportamenti dei consumatori.
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