La Franciacorta, una delle più celebri regioni vinicole italiane, sta per vivere una rivoluzione grazie a Barone Pizzini, un’azienda storica e pioniera nel settore del biologico. Fondata nel XVIII secolo, Barone Pizzini ha sempre dimostrato un forte impegno verso pratiche sostenibili e innovative. Quest’anno, l’azienda ha ottenuto la certificazione vegana per l’intera produzione, un passo significativo che si inserisce perfettamente nel contesto del Veganuary, il mese in cui si invita a rinunciare a tutti i prodotti di origine animale.
Silvano Brescianini, amministratore delegato di Barone Pizzini e presidente del consorzio Franciacorta, ha condiviso con entusiasmo i dettagli di questo traguardo. “Abbiamo iniziato un percorso nel 2012 per produrre vini vegani e oggi raccogliamo i frutti di un lungo lavoro”, ha dichiarato. La transizione verso pratiche vegane è stata graduale e altamente pianificata, seguendo questi passaggi:
Queste innovazioni hanno permesso di affinare il sapore e la qualità del vino, rispondendo così alle esigenze di un pubblico sempre più consapevole.
L’iniziativa di Barone Pizzini non è solo un passo verso la sostenibilità ambientale, ma rappresenta anche una risposta alle richieste di un pubblico sempre più attento alle tematiche legate alla salute e al benessere degli animali. Secondo i dati di Eurispes, il numero di italiani che seguono diete vegetariane e vegane è in costante aumento:
Il lungo percorso di certificazione vegana ha richiesto oltre dieci anni di controlli e verifiche, culminando con il rilascio della certificazione da parte della Vegan Society. A partire dalla primavera, Barone Pizzini commercializzerà circa 600.000 bottiglie di Franciacorta e vini fermi con il simbolo del girasole verde.
Nonostante il calo del 30% nella vendemmia del 2024, che ridurrà la produzione di Franciacorta Docg a 300.000 bottiglie, Barone Pizzini guarda al futuro con ottimismo. Il mercato britannico ha mostrato un forte interesse per i vini vegani, rappresentando un target strategico per l’azienda. “Il Regno Unito è stato il primo mercato a chiederci vini vegani”, ha spiegato Brescianini, sottolineando come il paese sia all’avanguardia in questo settore.
La decisione di Barone Pizzini di abbracciare il mondo vegano è motivata non solo da ragioni commerciali, ma anche da un forte senso di responsabilità verso l’ambiente e le nuove generazioni di consumatori. Le pratiche di sostenibilità sono diventate centrali nella strategia aziendale, in un contesto globale dove la lotta contro il cambiamento climatico è di primaria importanza. “Non potevamo ignorare questa nuova coscienza ambientale”, ha affermato Brescianini.
Inoltre, l’adozione di pratiche vegane completa un percorso iniziato nel 1997, anno in cui Barone Pizzini ha cominciato a produrre vini biologici. Oggi, l’azienda ha non solo ottenuto la certificazione vegana, ma ha anche implementato pratiche di conduzione biodinamica nei suoi vigneti, dimostrando un impegno costante verso la sostenibilità e la qualità dei suoi prodotti.
Con la certificazione vegana, Barone Pizzini si trova di fronte a un’opportunità straordinaria per attrarre nuovi consumatori e conquistare mercati emergenti, in un panorama globale in rapida evoluzione.
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