Nel mondo del vino, creare valore è diventato un imperativo per produttori, consorzi e operatori del settore. In un contesto in cui i consumi sono in calo strutturale, il motto “bere meno ma meglio” si scontra con le sfide economiche che le aziende e i territori devono affrontare. Aumentare il posizionamento di un prodotto in un mercato in contrazione è un compito arduo, specialmente quando l’offerta è ampia e variegata. Per affrontare questa sfida, è fondamentale sviluppare interventi che coinvolgano l’intera filiera allargata, dalla produzione alla ristorazione, fino alla promozione del territorio. È qui che entra in gioco il Consorzio di Bardolino, un ente che sta lavorando per creare un modello di sviluppo che parta dal basso, fondato sull’ascolto e sul confronto tra tutti gli attori coinvolti.
Il Consorzio di Bardolino tutela una delle zone vinicole più affascinanti d’Italia, che si estende lungo le sponde del Lago di Garda e si affaccia sulla Valpolicella. Con 2.550 ettari di vigneti, questa area produce annualmente circa 21 milioni di bottiglie, tra cui il famoso Bardolino e il suo affascinante Chiaretto. Entrambi i vini sono apprezzati per la loro versatilità gastronomica, ottimi in abbinamento a piatti della cucina italiana e internazionale.
Fabio Dei Micheli, presidente del Consorzio, ha sottolineato l’importanza di mettere al centro i produttori nella creazione del valore. “Solo costruendo un modello che raccolga le esigenze dal basso possiamo ottenere risultati positivi e costruire una filiera coesa”, ha affermato durante un incontro con la stampa. Da un anno a questa parte, il Consorzio ha avviato una serie di progetti su diversi fronti, con un focus particolare sulla formazione. Grazie alla collaborazione con Ray O’Connor, Master of Wine irlandese, sono stati organizzati incontri formativi per migliorare la qualità dei vini e la comprensione dei mercati, in particolare quello del Regno Unito, di grande rilevanza per le Doc Bardolino e Chiaretto.
In seno al Consorzio sono state istituite tre commissioni:
Un ulteriore passo verso la valorizzazione del territorio è rappresentato dalla nascita dell’Associazione dei Giovani Produttori di Bardolino, che ha come obiettivo quello di creare un ambiente inclusivo e propositivo per i giovani produttori, incoraggiando il loro coinvolgimento attivo nel sistema consortile.
La formazione non si limita ai produttori, ma si estende anche agli operatori del settore turistico, i quali sono i primi ambasciatori dei prodotti locali verso i turisti. In partnership con Federalberghi, il Consorzio sta cercando di rafforzare il legame tra le strutture ricettive e il mondo vinicolo, promuovendo l’enoturismo come strumento fondamentale per la valorizzazione del vino nel territorio. Le cantine della zona sono ben organizzate per accogliere gli appassionati e offrire loro esperienze uniche.
Il Lago di Garda è una delle principali mete turistiche italiane, ma gli operatori del settore stanno ancora scoprendo quanto il “driver vino” possa essere rilevante per attrarre visitatori. Nelle carte dei ristoranti, i vini locali sono spesso poco rappresentati e le azioni del Consorzio mirano a sensibilizzare gli operatori a creare sinergie e opportunità. Questa strategia è supportata da una rete di relazioni istituzionali con i 16 Comuni che compongono il territorio delle Doc Bardolino.
Secondo Dei Micheli, il Chiaretto ha ormai dimostrato di essere il rosato per eccellenza d’Italia, e c’è bisogno di continuare a esplorare nuovi mercati. D’altra parte, il Bardolino è una scoperta continua, apprezzato per le sue caratteristiche fresche, sapide e leggere. È un vino che si presta a soddisfare anche i palati più esigenti, quelli dei nuovi consumatori che cercano prodotti eleganti e di qualità, capaci di invecchiare con grazia.
In aggiunta, le tre sottozone del Bardolino — Monte Baldo, La Rocca e Sommacampagna — stanno seguendo un percorso di qualità che merita di essere valorizzato. Ogni anno, i produttori di queste zone stanno elevando il livello dei loro vini, creando così opportunità di mercato che non possono essere trascurate.
Costantino Gabardi, consulente del Consorzio, ha evidenziato l’importanza di trasformare le attività di ricerca e formazione in valore reale per i produttori. “Solo così un progetto diventa vincente”, ha affermato. La modalità di proposta dei progetti è cruciale e si basa sulla costruzione di rapporti personali e fidati, un approccio che richiede tempo e dedizione.
Il Consorzio di Bardolino sta tracciando un percorso innovativo e collaborativo che potrebbe diventare un modello da seguire non solo per altre denominazioni vinicole, ma per tutto il settore agroalimentare italiano. Con una visione chiara e una strategia ben definita, Bardolino punta a diventare un esempio di come il lavoro di squadra e il coinvolgimento diretto dei produttori possano portare a risultati tangibili e duraturi.
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