
Attacco in Kashmir: 26 turisti perdono la vita in un tragico assalto
Martedì scorso, il Territorio indiano del Jammu e Kashmir è stato scosso da un attentato che ha causato la morte di almeno 26 turisti. Questo attacco è stato descritto come il più sanguinoso contro civili nella regione negli ultimi anni. Tra le vittime si trova un cittadino nepalese, mentre le notizie riguardanti un possibile coinvolgimento di un cittadino italiano non sono state confermate. Inoltre, 17 persone sono rimaste ferite, alcune in condizioni gravi.
L’attacco a Pahalgam
L’attacco è avvenuto a circa 5 chilometri da Pahalgam, una popolare località turistica situata a sud della capitale estiva Srinagar. Secondo le prime ricostruzioni, un gruppo di almeno quattro uomini armati ha aperto il fuoco su un gruppo di turisti riuniti in un prato circondato da boschi e cime innevate. Questo atto di violenza ha suscitato una forte condanna da parte di leader politici e internazionali.
Il primo ministro indiano, Narendra Modi, ha interrotto un viaggio di Stato in Arabia Saudita per rientrare in patria, definendo l’attacco «un atto atroce» e promettendo che i responsabili saranno portati davanti alla giustizia. Anche il vicepresidente JD Vance, in visita in India, ha descritto l’evento come un «devastante attacco terroristico». Inoltre, il presidente Donald Trump ha contattato Modi per esprimere la sua solidarietà, definendo le notizie provenienti dall’India «profondamente inquietanti».
Le reazioni locali e internazionali
Omar Abdullah, ex chief minister del Jammu e Kashmir, ha commentato che questo attacco segna un cambiamento significativo rispetto alle azioni compiute negli ultimi anni contro la popolazione civile. Il leader indipendentista Mirwaiz Umar Farooq ha descritto l’azione come «un attacco codardo contro dei turisti». Le forze di sicurezza indiane hanno attribuito la responsabilità a «militanti anti-indiani», ma non hanno specificato ulteriormente, nonostante sia giunta una rivendicazione da parte di una piccola formazione locale.
Impatti sul turismo e sull’economia locale
Il Jammu e Kashmir è un territorio che ha visto tensioni e conflitti per decenni, principalmente a causa delle rivendicazioni territoriali sia da parte dell’India che del Pakistan. L’attacco di martedì segna un salto di qualità in termini di violenza, sia per il numero di vittime sia per il fatto che i bersagli erano civili. Negli ultimi anni, molte delle azioni militanti si sono concentrate nella parte del Jammu, dove la popolazione è prevalentemente induista. Prima del declassamento, il Jammu e Kashmir era l’unico Stato indiano a maggioranza musulmana, e le tensioni etniche e religiose continuano a essere una fonte di conflitto.
La responsabilità per gli attacchi nella regione è spesso attribuita a gruppi militanti che, secondo New Delhi, godono del sostegno del governo pakistano. Tuttavia, Islamabad ha sempre negato queste accuse, affermando che i kashmiri stanno semplicemente lottando per la loro libertà.
L’attacco ha destato preoccupazione non solo per la sua brutalità, ma anche per le sue potenziali ripercussioni sul turismo, un’importante fonte di reddito per la regione. Pahalgam e Srinagar sono note per i loro paesaggi mozzafiato e attirano visitatori da tutto il mondo. La sicurezza dei turisti è ora messa in discussione, e già si parla di possibili cancellazioni di viaggi e di un impatto negativo sull’economia locale.
Questo tragico evento rappresenta un ulteriore capitolo nella complessa e violenta storia del Jammu e Kashmir, una regione al centro di conflitti geopolitici e di tensioni interne. Le reazioni internazionali e locali continueranno a svilupparsi nei prossimi giorni, mentre il governo indiano si trova a dover affrontare un’emergenza di sicurezza e una crisi di fiducia da parte della popolazione e degli investitori.