L’edizione 2025 di “Amarone Opera Prima” ha recentemente debuttato al Palazzo della Gran Guardia di Verona, un evento che ha messo in luce la complessità e le sfide dell’annata viticola 2020 in Valpolicella. Quest’anno ha visto la partecipazione di 78 aziende, un numero record che segna un incremento significativo rispetto al passato. La crescita del Consorzio dei Vini della Valpolicella, che celebra il centenario dalla sua fondazione, è evidente: nel 2024 si sono unite 51 nuove realtà, dimostrando un rinnovato interesse per la produzione di Amarone e la valorizzazione del territorio.
Le sfide dell’annata 2020
L’annata 2020 ha presentato un clima variabile, con una primavera mite che ha favorito il risveglio anticipato delle viti. Tuttavia, il periodo estivo ha alternato fasi di calore estremo a piogge abbondanti, creando una situazione di grande variabilità nella maturazione delle uve. Nonostante queste difficoltà, i produttori hanno saputo adattarsi e gestire al meglio le condizioni meteorologiche, portando in vendemmia grappoli perfettamente maturati, ricchi di aromi e zuccheri. La vendemmia è iniziata a metà settembre, con condizioni favorevoli che hanno consentito di ottenere uve di alta qualità, pronte per l’appassimento tipico della produzione dell’Amarone.
I campioni presentati
Il Consorzio ha presentato 77 campioni in anteprima, di cui 9 Riserve e 29 già in commercio, provenienti da diverse sottozone della Valpolicella, tra cui la zona classica e la Valpantena. Questo è un passo importante verso la creazione di identità territoriali più forti e riconoscibili. I produttori stanno iniziando a sperimentare con una suddivisione in sottozone, cercando di valorizzare le specificità di ogni area. Questo approccio è supportato da studi indipendenti e da un crescente interesse da parte dei consumatori.
Riconoscimenti e prospettive future
L’Amarone della Valpolicella sta guadagnando sempre più riconoscimenti a livello internazionale, con una presenza crescente nelle carte dei vini di ristoranti stellati. Questo è un segno tangibile dell’apprezzamento del mercato per la denominazione. Il presidente del Consorzio, Christian Marchesini, ha sottolineato come il valore fondiario dei terreni vitati sia aumentato del 133% negli ultimi 25 anni. Oggi il valore complessivo della denominazione raggiunge circa 6 miliardi di euro, un segno di prosperità per l’intera comunità vitivinicola.
Tuttavia, nonostante questi segni positivi, la produzione di Amarone ha registrato un calo rispetto agli anni precedenti, con 13.926.000 bottiglie imbottigliate nel 2024 rispetto ai 14.236.667 del 2023. Questo ribasso riflette anche le sfide climatiche affrontate durante l’annata 2020. Le piogge abbondanti, combinate con temperature instabili, hanno portato a una raccolta disomogenea, con una variabilità che ha caratterizzato la maturazione delle uve.
I migliori assaggi dell’Amarone 2020
Ma come si presenta l’Amarone 2020 nel bicchiere? La redazione di WineNews ha assaggiato i campioni e ha notato una crescente contemporaneità nello stile dei vini, con una buona freschezza e una sapidità accentuata. Le etichette presentano una dotazione aromatica variegata, con note di frutta rossa, spezie e una buona acidità. Tra i migliori assaggi spiccano:
- Albino Armani, Amarone della Valpolicella Classico Cuslanus Riserva 2020: un vino chiaro e appuntito, con un sorso ricco di polpa rossa e note scure di terra e tabacco.
- Benazzoli, Amarone della Valpolicella Classico 2020: caratterizzato da calore e note vegetali, spezie rinfrescanti e una dolcezza di frutta croccante.
- Bennati, Amarone della Valpolicella 2020: generoso di frutta rossa matura, con un sorso saporito e buona aderenza agrumata.
- Bertani, Amarone della Valpolicella Valpantena 2020: elegante e armonico, chiude con note di pepe bianco e arancia rossa.
- Bolla, Amarone della Valpolicella Classico Le Origini Riserva 2020: intenso e ricco di profumi, con un palato persistente e materico.
Inoltre, le masterclass condotte durante l’evento hanno offerto una prospettiva sul futuro dell’Amarone, affrontando la sua evoluzione e le sfide legate al cambiamento climatico. JC Viens ha esplorato l’abbinamento tra cucina raffinata e vini di pregio, mentre Andrea Lonardi ha analizzato le storie e le sfide che hanno segnato la produzione di Amarone nel tempo.
La masterclass di Viens ha evidenziato come l’Amarone, pur avendo un passato relativamente breve rispetto ad altri vini di pregio, possieda caratteristiche uniche che lo rendono un vino di alta qualità, capace di invecchiare e di adattarsi a diversi abbinamenti gastronomici. Lonardi ha poi sottolineato l’importanza di non omologare gli stili in Valpolicella, ma di valorizzare la diversità e la complessità che caratterizzano ogni produttore e ogni sottozona.
In un contesto di continua evoluzione, l’Amarone della Valpolicella si conferma un vino di grande prestigio, capace di raccontare la storia e la cultura di un territorio unico, con tutte le sfide e le opportunità che questo comporta. Con l’annata 2020, il futuro dell’Amarone appare luminoso e ricco di potenzialità.