L’Alta Langa si presenta come una denominazione giovane ma promettente, situata tra le colline delle province di Asti, Cuneo e Alessandria. Con una storia di soli 20 anni, questa regione è diventata il palcoscenico di tradizioni vinicole che hanno contribuito a creare una delle prime espressioni del Metodo Classico italiano. Il recente riconoscimento di “Vino dell’anno Regione Piemonte” rappresenta un’opportunità unica per farsi conoscere e valorizzare nel mercato nazionale e internazionale. Tuttavia, l’identità di questa denominazione è ancora in fase di definizione, e la comunità di produttori è chiamata a lavorare insieme per costruire un’immagine chiara e riconoscibile.
Mariacristina Castelletta, presidente del Consorzio Alta Langa, evidenzia come sia fondamentale costruire un’identità forte per questo spumante, affermando: «È ancora tutto da costruire. Siamo agli inizi». Nonostante l’alta qualità media dei vini, la mancanza di coesione stilistica rappresenta una sfida cruciale in un’epoca in cui i consumatori cercano autenticità e riconoscibilità.
Un disciplinare rigoroso
La denominazione Alta Langa si distingue per un disciplinare di produzione molto rigoroso, volto a garantire standard qualitativi elevati. Ecco alcuni punti chiave:
- Affinamento sui lieviti: Deve durare almeno 30 mesi, rispetto ai 15 richiesti per lo Champagne.
- Scelta varietale: Utilizzo di Pinot Nero e Chardonnay in percentuali che vanno dal 90% al 100%.
Richard Baudains, editor di Decanter, sottolinea che questa impostazione conferisce ai vini un carattere asciutto e deciso, ma potrebbe risultare eccessivamente austero per alcuni mercati. Umberto Bera, produttore della cantina di Neviglie, avverte che un disciplinare così rigido potrebbe escludere aziende potenzialmente valide, dicendo: «Trovo che un disciplinare così rigido serva a tagliare fuori le aziende che non ci credono». Alberto Cane di Marcalberto aggiunge che, pur rispettando le regole, è fondamentale continuare a fare selezioni per differenziare i prodotti.
Identità in costruzione
Attualmente, l’Alta Langa è in una fase di sviluppo e i produttori stanno lavorando per definire un’identità comune. Alberto Cane evidenzia che le aziende storiche, con una lunga tradizione nella produzione di spumanti, hanno già un’identità più chiara rispetto a quelle più recenti. Egli afferma: «Spero che il tratto di diversità si affievolisca man mano che la produzione cresce», sottolineando l’importanza della qualità rispetto alla quantità.
Il dibattito sull’identità è cruciale anche a livello internazionale. Will Wong, critico e fotografo, osserva che mentre il Prosecco è ben noto nel Regno Unito, l’Alta Langa rimane ancora una scoperta per molti. Una strategia di marketing coerente è essenziale per migliorare la visibilità del marchio. Yasuyuki Ukita, giornalista giapponese, evidenzia il potenziale dell’Alta Langa per diventare il “prossimo Champagne” in Giappone, a patto che venga promosso correttamente.
La sfida con lo Champagne
Le opportunità per l’Alta Langa sono tangibili, ma la concorrenza con lo Champagne rappresenta una sfida significativa. Brianne Cohen, wine educator di Los Angeles, sottolinea come l’Alta Langa possa sfruttare l’alta reputazione della regione Piemonte, nota per i suoi Barolo e Barbaresco. Tuttavia, il riconoscimento della qualità e la percezione di valore sono aspetti fondamentali per competere sul mercato globale.
Jacqueline Cole Blisson, Master of Wine canadese, esprime ottimismo riguardo alle prospettive di crescita internazionale per l’Alta Langa. Tuttavia, mette in guardia sulla prevalenza di vini a dosaggio zero, suggerendo che un equilibrio tra acidità e dolcezza potrebbe essere necessario per attrarre un pubblico più ampio. «Il consumatore finale potrebbe non essere così grande fan di questo stile secco come noi, nel commercio», avverte.
In conclusione, mentre l’Alta Langa si prepara a conquistare il mercato, è chiaro che il vero potenziale di questa denominazione dipende dalla sua capacità di trovare un’identità comune. Questa identità deve valorizzare la diversità del territorio senza compromettere la qualità e la riconoscibilità del prodotto. Con una strategia di comunicazione e marketing adeguata, l’Alta Langa potrebbe finalmente ottenere il riconoscimento e la ribalta che merita, sia in Italia che a livello internazionale.