Affinamenti subacquei estremi: l’esempio dell’Ocean Fathoms

Gli affinamenti subacquei ed estremi, come quello realizzato dalla Ocean Fathoms, vanno di moda, ma occorre rispettare il vino, l’ambiente e i consumatori.

Le norme riguardano la qualità del vino, la tutela dell’ambiente marino e il rispetto dei consumatori: ecco perché 2mila bottiglie dell’azienda californiana – ma con socio italiano – sono state dichiarate illegali.

Ocean Fathoms, la cantina nell’oceano

La società ha fatto della sua produzione di vini, birra, liquori e alcolici una bandiera, in particolare ha sfoggiato anche sui suoi canali le speciali caratteristiche dell’invecchiamento del suo nettare tra le acque del Pacifico.

Bottiglie della cantina Ocean Fathoms
Foto | Ocean Fathoms https://www.oceanfathoms.com/ – Vinamundi.it

Il tutto avviene alla temperatura costante di 55°, all’interno di gabbie appositamente costruite con metalli riciclati capaci di ionizzare il contenuto.

Il processo è stato studiato nel dettaglio ed è stato previsto anche un sistema di tappatura ad alta densità, di proprietà della società, per evitare infiltrazioni e preservare il vino.

Questa procedura brevettata dura più di 12 mesi e questo lungo periodo tra i fondali offre ai coralli il tempo di creare una propria colonia sulle bottiglie, che alla fine risultano decorate da conchiglie, crostacei e gusci.

Grazie all’elettrolisi naturale, il risultato finale è che ogni bottiglia appare diversa dall’altra, non solo da un punto di vista meramente estetico, ma diventano etichette potenzialmente molto ambite dai collezionisti.

L’attività dell’azienda, a 1,6 km al largo del litorale è incominciata qualche anno fa e la bottiglia più anziana è un Pinot Noir del 2012. Il suo motto suona come We age wine in the ocean!.

Tra i fondatori della società c’è anche Emanuele Azzaretto, presentato come un eccentrico sommozzatore italiano, mentre gli altri due soci sono Todd Hahn Jordan Andrieu.

Nei passaggi legali della vicenza, proprio Azzaretto e Hahn hanno ammesso di aver depositato irregolarmente materiale nelle acque degli USA, di aver venduto alcol senza una licenza commerciale – al costo di 500 dollari a bottiglia – e di aver favorito la frode degli investitori.

Dunque mancavano le autorizzazioni, fondamentali sia per collocare le gabbie con il vino sui fondali del Pacifico, sia per consentire il consumo da parte delle persone dopo un affinamento così articolato.

A questo punto a intervenire in maniera ufficiale e definita è proprio l’amministrazione di Santa Barbara e così finiscono sotto accusa 2mila bottiglie stoccate illegalmente al largo della costa, come riporta anche Gambero Rosso.

Il verdetto arriva dopo un patteggiamento legale: Ocean Fathoms deve consegnare quei prodotti agli uffici della procura distrettuale della città. L’autorità stessa ha comunicato direttamente la “sentenza”.

L’affinamento subacqueo ed esempi di estremi

Recentemente le realtà vinicole hanno esplorato sempre di più le potenzialità dell’invecchiamento delle bottiglie nel fondo dei mari.

La cantina nella miniera a 2000 metri di Elena Walch
Foto | Elena Walch https://www.elenawalch.com/ – Vinamundi.it

Niente ossigeno, nessuna contaminazione da parte della luce e dei raggi ultravioletti, nessun suono e l’azione positiva della corrente nel mescolamento. Sono alcuni elementi garantiti da questo tipo di affinamento.

In particolare, nel Canale di Santa Barbara, le fredde acque artiche incontrano quelle più calde dell’equatore ospitando più di 100 specie di flora e fauna, pronte ad adornare le bottiglie.

“Abbiamo selezionato il miglior luogo del pianeta Terra in assoluto per affinare il nostro vino superiore” assicura l’azienda Ocean Fathoms sulle sue pagine ufficiali

Altri esempi sono Tintilia del MoliseUnderWater Wines affinati in mare, la cantina Elena Walch in un’ex miniera a 2000 metri.

Quest’ultima, l’Argentum bonum Silberstollen® è il progetto della realtà vitivinicola di Elena Walch che fa maturare i suoi vini nell’ex miniera d’argento Schneeberg in Val Ridanna, al confine con l’Austria.

Qui piccole selezioni di vini, tra i più prestigiosi e premiati dall’azienda, come  Grande Cuvée “Beyond The Clouds” e di Gewürztraminer Vigna “Kastelaz” maturano e l’evoluzione dura circa sette anni in totale oscurità, a una temperatura di cava costante di 11°C e umidità del 95% con pressione dell’aria estremamente bassa.

L’ambiente si colloca ad oltre 2000 metri, a circa 3 chilometri all’interno del monte ed è raggiungibile con un trenino, un tempo usato dai minatori e ancor oggi funzionante.

Sono 1200 le bottiglie per ogni annata che si distinguono per questo processo di affinamento, capace di conferire ai vini un’importante longevità, oltre a caratteristiche uniche.

Per quanto riguarda Tintilia del Molise, la startup tutta al femminile Cobalto ha stabilito un record mondiale di affinamento in mare, dando vita a una cantina subacquea a 6,4 km dalla costa.

La realtà, che valorizza i prodotti agroalimentari con tecniche sperimentali tramite ricerca e innovazione, immaginava questo momento dai tempi della pandemia.

Il progetto apre la strada alla vinificazione nell’Adriatico per tutte le etichette della regione, dando un nuovo importante impulso al settore vinicolo locale.

La Tintilia del Molise e la Falanghina affinate in mare sono state degustate per la prima volta in questi giorni, naturalmente a bordo di un’imbarcazione. Si tratta dello yacht Miralta lungo 24 metri e attraccato a Termoli.

La “maturazione” ha avuto caratteristiche particolari. L’affinamento subacqueo è avvenuto a 38 metri di profondità ed è durato alcuni mesi.

Le bottiglie erano sigillate con tappi speciali rivestiti da una particolare miscela di ceralacca. In questo modo si creano aromi e sapori difficilmente replicabili sulla terraferma con i metodi tradizionali.

Tra i fattori che hanno influito maggiormente ci sono la profondità di immersione, il movimento delle onde, la temperatura costante tutto l’anno, la scarsa presenza dei raggi solari.

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