C’è un nesso tra il nostro carattere, la nostra personalità e le caratteristiche sensoriali dei vini che ci piacciono? La risposta è affermativa, secondo uno studio nato dalla collaborazione tra due università italiane: l’Università di Verona e l’Università di Macerata. I risultati, pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Food Quality and Preference, suggeriscono che è possibile capire quali sono i gusti in fatto di vino a partire dalla personalità di ciascuno di noi.
Studiando i gusti e le personalità di 1200 adulti italiani di età compresa tra i 18 e gli 87 anni, gli studiosi sono riusciti a raggruppare le caratteristiche ricercate nei vini in base alla personalità. In particolare, dalla ricerca è emerso che le persone con elevata amicalità, ovvero o soggetti altruisti ed empatici, tendono a preferire vini alcolici, con bouquet complesso e a ridotta acidità. Le persone estroverse, invece, amano vini ad elevata acidità, ma anche ad elevata tannicità; mentre i soggetti emotivamente stabili apprezzano vini alcolici, corposi, con bouquet complesso e ricercano anche la tannicità. Le persone con maggiore volubilità d’umore sembrano invece gradire vini con minor corpo e poco tannici, così come anche apprezzano vini sapidi. Chi ha un’elevata apertura mentale cerca vini tannici e persistenti. Al contrario di chi è meno avventuroso e più abitudinario ama vini sapidi e vini poco tannici. La coscienziosità, ovvero l’essere ordinato, puntuale e affidabile, invece, non sembra essere associata ad alcuna particolare preferenza.
“Un dato interessante è anche che queste associazioni tra personalità e vino sono tendenzialmente stabili e non
risentono del genere del consumatore. Solo l’associazione tra amicalità e acidità è risultata differire tra maschi e femmine: sono soprattutto i maschi molto amicali che non apprezzano l’acidità, contrariamente a quelli competitivi, poco rispettosi e poco compassionevoli; per le donne questo comportamento non si evidenzia“, hanno sottolineato i ricercatori.
È stata avviata una seconda fase del progetto finalizzata ad estendere la verifica di queste associazioni anche a consumatori di Regioni meno rappresentate nella prima fase del test. I partecipanti del primo studio erano, infatti, distribuiti in 16 Regioni italiane, ma in modo sbilanciato, perlopiù nelle aree geografiche delle due Università coinvolte e Regioni limitrofe. Sarà poi avviata una terza fase di studio in cui verrà implementato un algoritmo per dispositivi elettronici utile per fornire suggerimenti mirati ai consumatori. L’obiettivo dei ricercatori è riuscire a definire se, a partire della personalità del consumatore di vino, si possa riuscire a indirizzarlo verso nuovi tipi di vino, differenti da quelli che acquista normalmente, con una buona probabilità che non ne rimanga deluso.
Nel cuore di Portofino, nel 2015, Emanuele Kottakhs ha dato vita a Jamin UnderWaterWines, un'azienda…
Il patrimonio culturale e paesaggistico italiano è un tesoro inestimabile, riflesso della storia, della tradizione…
La seconda edizione di Evviva Valcalepio ha riscosso un enorme successo, attirando un numero considerevole…
Il settore vitivinicolo europeo è attualmente in una fase di grande trasformazione, rendendo necessario un…
Il Nizza DOCG, una delle denominazioni più prestigiose del Piemonte, ha recentemente festeggiato un importante…
La vendemmia 2024 in Italia ha prodotto 43,9 milioni di ettolitri di vino, secondo quanto…