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Accordo storico per il Consorzio vini Oltrepò Pavese: nuove regole per il Metodo Classico

Il Consorzio di Tutela Vini Oltrepò Pavese ha recentemente intrapreso un percorso decisivo per la valorizzazione della propria denominazione, approvando un nuovo Statuto e un disciplinare aggiornato per il Metodo Classico. Questo cambiamento segna un momento cruciale per un territorio che ha affrontato tensioni interne e conflitti tra diverse fazioni, inclusi cooperative e cantine private, oltre a viticoltori e imbottigliatori.

L’accordo raggiunto ha visto la partecipazione di tutti i membri del Consorzio, un evento raro considerando le difficoltà passate. La presidente del Consorzio, Francesca Seralvo, ha evidenziato l’importanza di questo traguardo, affermando che “siamo fieri di aver portato a termine ad un solo anno dall’insediamento del nuovo CDA due importanti riforme che gettano le basi per un autentico rilancio del nostro territorio.”

Nuove regole per il metodo classico

Il nuovo disciplinare per il Metodo Classico DOCG, approvato da oltre il 93% dei membri, introduce un nuovo nome per il prodotto di punta della denominazione, il “Classese”. Le nuove norme produttive sono più rigorose e includono:

  1. Obbligo di raccolta manuale in cassetta.
  2. Limiti qualitativi per l’acidità e l’affinamento minimo.
  3. Introduzione delle M.G.A. (Menzioni Geografiche Aggiuntive) per identificare i singoli vigneti.

Queste misure sono state concepite per garantire una qualità sempre più elevata e distintiva dei vini prodotti nell’Oltrepò Pavese, noto per i suoi vigneti di Pinot Nero, ma anche per una significativa produzione di Pinot Grigio, Barbera, Croatina e Riesling.

Rappresentanza e cooperazione tra produttori

Il nuovo Statuto affronta una criticità storica nei Consorzi di Tutela: la disparità di rappresentanza tra piccole e grandi aziende. È stato deciso di attribuire un numero minimo di voti (10) a ciascun socio, indipendentemente dalla capacità produttiva, per potenziare la voce dei piccoli produttori. Inoltre, il nuovo sistema di voto prevede un moltiplicatore del 25% per le imprese che operano in tutte le fasi della filiera. Questo cambiamento non solo contrasta le disparità, ma promuove un modello di cooperazione tra produttori.

Come ha spiegato il vicepresidente Cristian Calatroni, “la modifica dello statuto ha la funzione di riequilibrare la forte disparità che da sempre caratterizza il nostro territorio e che è una delle cause della grande difficoltà che la viticoltura oltrepadana sta vivendo ora.”

Un futuro di qualità e riconoscibilità

Queste riforme rappresentano un segnale positivo per il futuro della viticoltura nell’Oltrepò Pavese. La regione, con uno dei vigneti più estesi d’Italia per la coltivazione di Pinot Nero, è alla ricerca di un rilancio della propria immagine e dei propri prodotti. Con l’approvazione di questo nuovo Statuto e disciplinare, il Consorzio si propone di affrontare le sfide attuali e valorizzare le potenzialità del territorio.

In un mercato del vino sempre più competitivo e globalizzato, è essenziale che le denominazioni locali mantengano la loro identità e comunichino le loro peculiarità. La scelta di un nome storico come “Classese” rappresenta un passo importante per differenziare il prodotto e posizionarlo come un’eccellenza sul mercato.

L’Oltrepò Pavese, con la sua ricca storia e tradizioni vinicole, ha dimostrato di avere le risorse e la determinazione per affrontare le sfide future. L’approvazione di queste riforme offre una nuova prospettiva per il territorio, ponendo le basi per un futuro di maggiore coesione e valorizzazione della filiera vitivinicola. Con un impegno collettivo e una visione condivisa, il Consorzio Vini Oltrepò Pavese sembra pronto a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, caratterizzato da qualità e riconoscibilità sempre crescenti.

Redazione Vinamundi

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