Quale miglior ingresso in Toscana, cuore dell’Italia enologica, di un aeroporto con un vigneto sul tetto? Ebbene, quello di Firenze potrebbe diventare, tra qualche anno, il primo hub al mondo a produrre il proprio vino dalle uve coltivate sopra il terminal passeggeri. Scopriamo di più!
L’innovativo progetto è firmato dallo studio internazionale Rafael Viñoly Architects, con base a New York, Londra, Manchester, Abu Dhabi, Buenos Aires, Chicago e Palo Alto – ha svelato il futuro del nuovo terminal dell’Amerigo Vespucci (FLR): misurerà 50mila metri quadrati di superficie, gestirà 5,9 milioni di passeggeri internazionali all’anno, ma soprattutto sarà dotato di un vigneto di circa 7 ettari sul tetto (38 filari di viti) con le quali si produrrà il vino dell’aeroporto, che affinerà nelle cantine sotterranee, realizzate nello stesso hub.
I lavori saranno completati in due fasi, la prima prevista per il 2026 e la seconda nel 2035. Secondo le indiscrezioni sarà un importante produttore di vino toscano ad occuparsi della manutenzione del vigneto – il quale ovviamente comporta grandi sfide legate all’irrigazione e alla coltivazione delle viti stesse – e della produzione di vino che, dopo l’invecchiamento, verrà reso disponibile per la vendita nello stesso aeroporto.
L’infrastruttura richiederà un approccio complesso, con particolare attenzione alla distribuzione del peso e al sistema di drenaggio. Inoltre, essendo il microclima sul tetto diverso da quello di un vigneto tradizionale, ci saranno da affrontare anche sfide legate al controllo del calore, alla protezione dal vento e alla vicinanza agli aerei in movimento.
Oltre al vigneto, il nuovo hub beneficerà di migliorie anche in altre parti del sito, il quale si trova a pochi km dal centro di Firenze: riorientamento di 90° e allungamento della pista esistente, nuove aree di arrivo e partenza e creazione di sette parchi intorno alla struttura, insieme ad alloggi per studenti, spazi commerciali e collegamenti di trasporto di superficie potenziati.
L’obiettivo del nuovo terminal è quello di facilitare i collegamenti senza interruzioni e promuovere opzioni di viaggio eco-compatibili.
A questo scopo l’intenzione è di costruire un sistema di metropolitana leggera (la famosa tramvia di Firenze) per collegare direttamente l’aeroporto al centro città, offrendo un trasporto efficiente e conveniente per i passeggeri.
Inoltre, all’interno del terminal saranno disponibili trasporti dedicati, parcheggi e spazi commerciali accessibili a tutti, non solo a chi viaggia, in modo da rendere l’aeroporto un centro di connessione dinamico e inclusivo: un pezzo di città.
Una modifica che renderà la pista più lunga e adatta agli aerei moderni, riducendo al minimo l’impatto acustico e migliorando complessivamente l’efficienza operativa dell’aeroporto.
Ad oggi molti voli internazionali doveva far scalo a Pisa non essendo quella di Firenze una pista adatta agli aerei più ingombranti.
Ma non è finita qui perché il cuore pulsante del nuovo terminal sarà una spaziosa piazza con diversi esercizi commerciali, ispirata alle tradizionali piazze cittadine toscane. Questo vivace spazio servirà da punto di convergenza per arrivi e partenze, ottimizzando così il flusso di passeggeri.
Di questo si legge sul sito dello studio di architettura: “Il design del nuovo aeroporto crea anche un senso del luogo e migliora l’esperienza dei passeggeri. Gli aeroporti sono spesso luoghi confusi in cui spostarsi e mancano di un punto focale esperienziale a causa del modo in cui le aree Arrivi e Partenze sono solitamente disposte: una accanto all’altra o impilate verticalmente. Collocando gli Arrivi e le Partenze uno di fronte all’altro in un ampio spazio pubblico – una “Piazza” al centro del nuovo terminal – lo schema organizza tutta la circolazione in entrata e in uscita dal terminal e l’accesso ai trasporti di massa, ai parcheggi e ai negozi che servono la comunità locale e i viaggiatori”.
Continua: “Questa disposizione crea un modello di flusso dei passeggeri che è sempre molto chiaro perché i passeggeri possono mantenere un collegamento visivo con il luogo in cui stanno andando. I passeggeri in arrivo, ad esempio, possono vedere le uscite del terminal sulla “Piazza” dal momento in cui salgono sull’aereo, e la distanza che devono percorrere prima di raggiungere il grande spazio pubblico e le sue opzioni di transito multimodale è stata compressa al massimo possibile”.
Secondo lo studio Rafael Viñoly Architects, il progetto dell’aeroporto è destinato a ricevere lo standard di bioedilizia Leed Platinum per le sue caratteristiche di rispetto dell’ambiente.
Quello di Firenze si aggiunge ad un elenco crescente di aeroporti in tutto il mondo che stanno abbracciando la tendenza di incorporare spazi verdi al loro interno: da quello di Singapore, dove un’enorme cascata interna precipita attraverso un atrio che ricorda una foresta pluviale, a quello di Bangalore, una sorta di “città-giardino” con pareti verdi e piante pensili.
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