Una delle credenze più diffuse nel mondo del vino riguarda la temperatura di servizio dei bianchi e dei rossi secondo la quale tutti i vini bianchi vanno serviti e bevuti freschi, mentre i rossi prediligono temperature di servizio più elevate.
Ogni credenza popolare ha il suo fondo di verità, ma allo stesso tempo però non è detto che corrisponda pienamente al vero: alcuni rossi infatti non disdegnano, e anzi, si esprimono al meglio a temperature più basse della media.
Vini rossi freschi, le caratteristiche organolettiche che devono avere
Non tutti i vini rossi possono essere serviti freddi, anzi, solo una piccola parte che presenta specifiche caratteristiche organolettiche e strutturali.
Il vino rosso che può essere servito fresco non deve essere troppo alcolico, pieno e resistente. Le basse temperature diminuiscono la percezione del grado alcolico del vino, impedendo di godere a pieno della sua struttura.
Dunque il rosso da servire fresco non deve avere una gradazione eccessiva – massimo 14% – (quindi non è da servire fresco un Barolo o un Amarone perché perderanno la loro caratteristica potenza). Per lo stesso motivo non servire freddo un vino da invecchiamento; al contrario, sarà più adatto a una temperatura di servizio bassa un rosso giovane e poco strutturato.
Altra caratteristica indispensabile per servire freddo un vino rosso è l’aromaticità. Le basse temperature tendono a nascondere e alterare i delicati profumi di vini poco aromatici, mentre i vini con un ampio e intenso bouquet di profumi riescono tranquillamente a sopportare temperature più basse.
Ultima proprietà indispensabile per poter servire un vino rosso a basse temperature è l’acidità e la conseguente freschezza. Un vino di buona acidità è fresco al palato, leggero e delicato. Una bevanda con vena acidula è senza dubbio più gradevole se servita fresca, perché le basse temperature esaltano la freschezza.
Servire un vino rosso a basse temperature significa portarlo a tavola a 12, massimo 11 gradi, non di meno, poiché al di sotto di questa soglia anche i vini più giovani, freschi e aromatici potrebbero subire danni al loro bouquet di profumi che, di conseguenza, risulterebbero poco percepibili.
Inoltre non bisogna conservare la bottiglia di rosso in frigorifero per molto tempo, poiché per raggiungere quelle temperature, almeno nelle stagioni più calde, basta conservarla al fresco solo poche ore prima di essere bevuta. Per mantenere costante la freschezza della bevanda anche a tavola utilizza un secchiello con ghiaccio.
Vini rossi da bere freschi, quali sono?
Un esempio di vino rosso da bere fresco è la Lacrima di Moro d’Alba, un vino proveniente da un vitigno molto antico, unico e raro.
Si tratta di un vino dall’intenso bouquet di sottobosco, di rosa e di viole, ma allo stesso tempo leggero e dalla sorprendente delicatezza.
Aromatico, poco alcolico e fresco, perfetto per essere servito a basse temperature. Il pesce, in questo caso, è il suo compagno ideale, specialmente quelli cotti al forno.
Uno dei principali vini rossi da tutto pasto, versatile e anche soprattutto, a seconda della temperatura di servizio, semplice, leggero, piacevole e molto fruttato è lo Schiava.
Servibile tra i 16 e i 18 gradi con della carne: è il vino rosso per una grigliata all’aperto, servibile fresco tra i 13 e i 15 gradi con il pesce.
Anche il Lambrusco è un vino molto eclettico e versatile, un vino rosso particolare dai profumi intensi e persistenti, dalla caratteristica leggerezza e freschezza.
È dunque un vino che deve essere servito fresco, tra i 12 e i 14 gradi, abbinabile a un piatto di pesce importante.
Infine vi consigliamo il Bardolino, contraddistinto da aromaticità e freschezza, è molto consigliato per un aperitivo alternativo. I suoi semplici, ma intensi, profumi fruttati e speziati ti conquisteranno.