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50 anni di DOC Alto Adige: un viaggio tra qualità, zonazione e il fascino del turismo del vino

Il Consorzio Vini Alto Adige ha recentemente festeggiato un traguardo significativo: i 50 anni della Denominazione di Origine Controllata (DOC) Alto Adige, istituita il 14 aprile 1975. Questa celebrazione, avvenuta alla fiera Vinitaly 2025, ha riunito i protagonisti della scena enologica altoatesina, offrendo un’opportunità per riflettere su un percorso di crescita e innovazione che ha reso questo territorio uno dei più distintivi d’Italia.

L’evoluzione della viticoltura in Alto Adige

Durante la conferenza stampa, il presidente del Consorzio Vini Alto Adige, Andreas Kofler, ha tracciato un bilancio dell’evoluzione del settore vitivinicolo locale. Negli anni ’70, la viticoltura era intensiva, ma oggi si è trasformata in un modello che pone l’accento su qualità, sostenibilità e varietà. Kofler ha evidenziato che i vitigni bianchi rappresentano circa due terzi delle superfici vitate. Grazie a una selezione attenta alle peculiarità dei diversi suoli e microclimi, l’Alto Adige è riuscito a posizionarsi come un’eccellenza nel panorama vinicolo nazionale.

  1. Tradizione e innovazione: Kofler ha sottolineato come la DOC Alto Adige sia il frutto di scelte coraggiose e pionieristiche.
  2. Adattamento al mercato: È fondamentale coniugare il rispetto per le tradizioni con la necessità di affrontare nuove sfide.

Il ruolo del Consorzio Vini Alto Adige

Il direttore del Consorzio, Eduard Bernhart, ha illustrato l’impegno dell’organizzazione, fondata nel 2007, nella promozione del marchio Alto Adige a livello globale. Tra le iniziative recenti, spicca la pubblicazione del volume “Vino in Alto Adige – Storia e presente di un territorio vinicolo unico”, che raccoglie i contributi di 40 autori per narrare 2.500 anni di storia enologica.

Bernhart ha enfatizzato come il Consorzio rappresenti oggi la maggior parte degli attori chiave del panorama vitivinicolo altoatesino, lavorando per:

  1. Promuovere
  2. Tutelare
  3. Valorizzare la denominazione

Questa è una testimonianza dell’unità e della cooperazione tra i produttori, fondamentale per affrontare le sfide future.

Zonazione e Unità Geografiche Aggiuntive (UGA)

Uno degli aspetti più innovativi presentati alla conferenza è stato il progetto di zonazione viticola avviato nel 2024, che ha portato al riconoscimento di 86 Unità Geografiche Aggiuntive (UGA). Il vicepresidente del Consorzio, Martin Foradori, ha spiegato come questa iniziativa consenta di raccontare nel calice le sfumature uniche di suolo, esposizione, altitudine e microclima. L’introduzione di un pittogramma sulle etichette aiuterà i consumatori a riconoscere l’origine territoriale del vino, arricchendo l’identità di ogni bottiglia.

Foradori ha dichiarato che la zonazione non solo migliora la qualità dei vini, ma offre anche un racconto più profondo del territorio e delle sue caratteristiche. La redazione de I Grandi Vini ha avuto l’opportunità di intervistare Foradori, affrontando temi chiave come:

  • Tradizione
  • Enoturismo
  • Importanza delle UGA per la valorizzazione dei vini altoatesini

Wine & Bike Alto Adige Collection: un turismo esperienziale

In un’epoca in cui il turismo sostenibile e l’esperienza diretta stanno guadagnando sempre più attenzione, il direttore di Agrar IDM Südtirol, Thomas Fill, ha presentato la Wine&Bike Alto Adige Collection. Questo progetto, realizzato in collaborazione con il Consorzio Vini Alto Adige, prevede otto percorsi tematici che coinvolgono oltre 100 cantine in itinerari cicloturistici. Ogni percorso è accessibile tramite l’app Komoot e offre l’opportunità di scoprire il paesaggio, la cultura e le degustazioni di vini locali.

Tra i testimonial del progetto figurano nomi di spicco come Madeleine Puckette, fondatrice di Wine Folly, e Aldo Sohm, wine director del ristorante tre stelle Michelin Le Bernardin di New York, che hanno testato i percorsi in sella a biciclette artigianali Officina Pegoretti. Questo approccio non solo promuove il vino altoatesino, ma incoraggia anche un modo di vivere il territorio che rispetta l’ambiente, stimolando il turismo esperienziale.

Un futuro da costruire

La celebrazione del cinquantenario della DOC Alto Adige è un momento di riflessione e festa, ma anche un forte messaggio di visione e impegno per il futuro. “Il cinquantenario della DOC Alto Adige non è solo una celebrazione, ma un’opportunità per riaffermare il nostro percorso verso una viticoltura consapevole, identitaria e sostenibile“, ha concluso Kofler, sottolineando l’importanza di continuare a lavorare per il miglioramento della qualità e della sostenibilità della viticoltura in Alto Adige.

Questo anniversario rappresenta non solo un traguardo, ma anche un nuovo inizio per il Consorzio Vini Alto Adige e per tutti i produttori che contribuiscono a scrivere la storia di uno dei territori vinicoli più affascinanti d’Italia. Con un occhio rivolto al passato e uno al futuro, la DOC Alto Adige si prepara ad affrontare nuove sfide e opportunità, continuando a raccontare la bellezza e la diversità di un territorio unico.

Redazione Vinamundi

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