Vitigni dell’Abruzzo, la storia e quali sono

L’Abruzzo è una regione molto interessante, sia dal punto di vista dei vini che vi si producono, sia dal punto di vista della gastronomia regionale. Si tratta di una regione prevalentemente montuosa o collinare che si affaccia sul Mar Adriatico.

Il suo clima è mite soprattutto sul versante adriatico, mentre diventa continentale andando verso l’interno e con l’aumentare dell’altitudine. Il livello medio delle precipitazioni è buono, più scarse sulla costa e maggiori all’interno.

La superficie vitata supera i 32mila ettari di cui quasi il 96% si trova in collina, mentre il 4% è rappresentato da viticoltura montana. La produzione totale di vino supera i 2,6 milioni di ettolitri di cui oltre il 30% a denominazione DOC e DOCG.

Accenni di storia della viticoltura abruzzese

La presenza della vite in Abruzzo risale all’epoca romana e sin da allora i vini abruzzesi sono menzionati da scritti di autori di ogni epoca, a partire da Polibio che menzionò i vini narrando le gesta di Annibale nella battaglia di Canne (216 a.C).

Andrea Bacci, nell’opera De naturali vinorum historia de vinis Italiae del 1596, parla dei vini di Sulmona e del territorio dei Peligni e Michele Torcia nel 1792 descrive per la prima volta la presenza del vitigno Montepulciano in Abruzzo.

A partire dall’800 sono innumerevoli le testimonianze che rimandano al Montepulciano che diventa dai primi del ‘900 l’emblema di questo territorio.

Dopo un periodo di coltura intensiva di varietà più produttive come il Trebbiano toscano e abruzzese, privilegiando il profitto immediato e la quantità piuttosto che la qualità, nella seconda metà del XX secolo presero piede le prime iniziative volte alla ricerca dell’eccellenza in campo agroalimentare.

Nel frattempo molte varietà autoctone fortunatamente non sono completamente scomparse dal territorio della regione, tanto che ad oggi alcune di esse sono state riscoperte e giustamente valorizzate sia per le loro eccellenti caratteristiche chimico-fisiche che organolettiche.

Vitigno in Abruzzo
Foto | Consorzio Vini d’Abruzzo https://www.vinidabruzzo.it/

I vitigni dell’Abruzzo

vitigni dell’Abruzzo, sia a bacca nera che a bacca bianca, sono per la maggior parte autoctoni, tra cui il più famoso è il Montepulciano, diffuso in tutto il territorio regionale e nelle regioni limitrofe, che costituisce la base di vini come il Rosso Piceno e il Rosso Conero nelle Marche, ma anche del Rosso Biferno del Molise.
Si tratta di un vitigno caratterizzato da una certa rusticitàresistente ai parassiti (nonostante la sua sensibilità all’oidio) e la media collina abruzzese ne esalta al meglio le caratteristiche, soprattutto per il contenuto di sostenze polifenoliche – antociani e tannini – responsabili del colore rosso.
Vitigno di Montepulciano d'Abruzzo
Foto | Consorzio Vini d’Abruzzo https://www.vinidabruzzo.it/
Altro vino autoctono è il Montonico e viene coltivato alle pendici del Gran Sasso, dove l’escursione termica giorno-notte è notevole, soprattutto in estate. Da esso si produce un vino con caratteristiche uniche, sia nella versione ferma che in quella spumantizzata con il metodo classico.
La Passerina, inizialmente coltivata nel Teramano – nei comuni di Controguerra e limitrofi fino a oltre Giulianova – oggi è presente in tutta la regione. Il Trebbiano d’Abruzzo è noto per la sua grande acidità e viene di solito usato come taglio per conferire freschezza agli uvaggi.
La Cococciola è un vitigno a bacca bianca della provincia di Chieti, coltivato in particolare nei comuni di Vacri e Villamagna, mentre il Pecorino è tipico della dorsale Piceno-Aprutina, nonostante la sua origine sembri essere quella dei comuni montani di Visso, Arquata del Tronto e limitrofi.
Il Sangiovese è immancabile anche in Abruzzo, come in tutte le regioni del Centro Italia. Tra i vitigni internazionali invece troviamo a bacca bianca lo Chardonnay, Pinot biancoPinot GrigioMerlotCabernet francCabernet Sauvignon invece a bacca nera.
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