I Supertuscan sono vini rossi prodotti in toscana che utilizzano, però, vitigni provenienti da diverse regioni. Sono celebri quelli del Taglio Bordolese, realizzati con uve provenienti dalla zona di Bordeaux.
Si può dire siano vini di nuova generazione, sperimentali. Nonostante il loro successo, alcuni di questi non ottengono le denominazioni DOC e DOCG.
Come nascono i Supertuscan?
Il termine fu coniato dal giornalista inglese Nicholas Belfrage negli anni Ottanta, quando i vini toscani ebbero un calo del loro prestigio a causa della predilezione per la quantità di vini prodotta, piuttosto che per la qualità. Negli stessi anni era scoppiato anche lo scandalo del vino al metanolo.
Secondo la disciplinare il Chianti Classico doveva essere prodotto con il 70% di Sangiovese e il restante 30% da Canaiolo e altre uve complementari. Nel 1968 vengono inserite anche delle uve bordolesi, rompendo la tradizione. Viene così prodotto il primo Supertuscan, a partire dall’intuizione del marchese Incisa della Rocchetta e dell’enologo Giacomo Tachis.
A consentire l’etichetta di Supertuscan sono l’utilizzo di vitigni internazionali, ma anche i metodi di produzione. Questi prendono spunto dalla vinificazione usata a Bordeaux: l’affinamento in barriques, cioè botti di rovere, per lunghi periodi.
I Supertuscan costituiscono, in qualche modo, la modernità, rispetto ai classici vini toscani, ma rimangono per la maggior parte “vini da tavola”, non potendo godere della denominazione DOC o DOCG.
Le migliori etichette
Uno dei primi Supertuscan è il Tignanello del 1971 della cantina Marchesi Antinori con un assemblaggio di Sangiovese, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. Questo vino ha vinto premi internazionali e ha dato vita al Sassiccaia.
Il 1968 è la data della prima etichettatura del Sassiccaia, prodotta dalla Tenuta San Guido con l’80% di Cabernet Sauvignon, e ha una DOC riservata appositamente.
Ancora appartenente alla Tenuta San Guido è il Guidalberto, che proviene dalle vigne giovani del Sassiccaia ed è composto per il 40% o il 60% di Cabernet Sauvignon. La prima annata è del 2000 e oggi è classificato come un IGT Toscana.
Secondo la rivista Wine Spectator del 2000 il miglior vino al mondo è il Solaia, composto per il 75% da Cabernet Sauvignon, per il 5% da Cabernet Franc e per il 20% da Sangiovese. Anche questo, come il Tignanello, è di proprietà della cantina Marchesi Antinori. La sua prima annata è del 1978: il marchese Antinori decise di imbottigliarlo in purezza e ne produsse circa 4 mila bottiglie.
Masseto viene dalla cantina omonima situata a Bolgheri, in Toscana, ed è uno dei vini più costosi in Italia. La sua prima annata risale al 1986 ed è il primo vino della Tenuta dell’Ornellaia.