L’Erbaluce è un vino a bacca bianca Piemontese, forse troppo spesso oscurato dalla fama del Barolo e del Barbaresco. Questa è stata la prima DOC di vitigno bianco del Piemonte, istituita nel 1967 e modificata nel 1998.
La storia
Si dice che abbia origini molto antiche, addirittura risalenti all’epoca romana, quando veniva chiamato Alba lux o Albalux, da cui poi la declinazione “Erbaluce”. Pare che proprio i romani abbiano importato il vitigno nelle zone di Torino (appunto, a Caluso), Biella e Vercelli.
Le prime attestazioni storiche sono del 1606 nel volumetto Della eccellenza e diversità de i vini, e le abbiamo grazie alla testimonianza di Giovanni Battista Croce, una volta gioielliere di corte del duca Carlo Emanuele I. In questo documento, recava una spiegazione del nome di questo vino, riconducendo il suo significato alla luce che il suo colore bianco faceva risplendere. Era definito come un vitigno dai grani tondi e folti, dalla scorza dura, che quando matura diventa di colore rosa.
Secondo una leggenda, per rimanere sul tema del colore del vino, il vitigno nacque dalle lacrime di una ninfa di nome Albaluce, che era figlia di Sole e Alba. Proprio per questo il vitigno ha colore tendente all’oro.
Per vederlo comparire in altri documenti dobbiamo aspettare il 1799, menzionato dalla Società agraria di Torino, e poi ancora dal Gatta nel 1833 nel suo studio su Viti e vini della provincia di Ivrea.
Le cantine
Tra le migliori etichette, sono sicuramente da citare:
- L’azienda Favaro – Le Chiusure, di Piverone, in particolare per l’Erbaluce di Caluso 13 Mesi 2016 e per l’Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2017, vero vino-simbolo dell’azienda.
- La cantina Ferrando, di Ivrea (TO), per l’Erbaluce di Caluso La Torrazza 2017 e l’Erbaluce di Caluso Cariola 2017.
- Nel comune di San Giorgio Canavese (TO) hanno sede due aziende che da tempo garantiscono ottime versioni della varietà: l’Erbaluce di Caluso La Rustía 2017 di Orsolani. L’altra etichetta è l’Erbaluce di Caluso Vintage 2015. L’Erbaluce di Caluso Misobolo 2017 di Cieck è una delle migliori espressioni della denominazione. L’Ingenuus Erbaluce Tradizione 2015 della stessa azienda è invece una versione più naturale e rustica.
- Da citare anche l’Erbaluce di Caluso 2017 di Le Campore di Caravino (TO), l’Erbaluce di Caluso Ypa 2017 della cantina Santa Clelia di Mazzè (TO), e l’Erbaluce di Caluso Essenthia 2017.
- Il Caluso Passito 2012 di Ferrando è sinonimo della tradizione in questa zona. Nel Caluso Passito Sulè 2010 di Orsolani l’appassimento delle uve rispecchia pienamente la freschezza del vitigno. L’Erbaluce di Caluso Passito Alladium 2005 di Cieck viene affinato in barrique e riposa un anno intero in bottiglia.